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giovedì 11 aprile 2013

#Italy e i suoi #Borghi: Sperlonga - Lazio

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Il nome


Deriva dalle grotte naturali (speluncae) che si aprono sul mare, la più famosa delle quali è la spelonca di Tiberio.

 

La Storia

Età romana, Plinio ricorda il "luogo della spelonca"; "si aprono qui - aggiunge Strabone - caverne grandissime e contenenti grandi e ricche abitazioni". Le incavature naturali che avevano attratto la nobiltà romana e da queste trasformate in lussuose ville (come quella di Tiberio), saranno abbandonate verso il X sec., quando le scorrerie dei pirati costringeranno la popolazione a mettersi al riparo sullo sperone di S. Magno.

X sec. d.C., la continuità del nome è documentata in un codice in cui si parla del castrum Speloncae. Il castello era circondato da mura ed aveva, come molti luoghi costieri, una chiesetta dedicata a S. Pietro, che era pescatore. A partire dal IX sec. e per tutto il Medioevo Sperlonga è un villaggio di pescatori che vive sotto il costante terrore delle aggressioni saracene.

1135, è menzionata nel Codex Caietanus la chiesa Sanctae Mariae de Spelonche.

1379, si rifugia a Sperlonga l'antipapa Clemente VII, in fuga da Agnani dopo la disfatta delle sue milizie.

1534, il pirata saraceno Khair al-Din Barbarossa conquista e devasta il borgo.

1622, Sperlonga cade di nuovo in mano ai Turchi.

 


http://www.direttanews.it/wp-content/uploads/200905211145_Sperlonga-spiaggia1.jpg

 

Intonaci bianchi di calce per abbagliare i corsari

  Sperlonga è un borgo marinaro a metà strada tra Napoli e Roma, arroccato in cima a uno sperone roccioso, con gli intonaci bianchi di calce, con archi, scalette e viuzze che si aprono e si nascondono, s'inerpicano e ridiscendono fino a scivolare al mare.

La sua struttura urbanistica è tipicamente medievale: partendo da un primo nucleo centrale, le case si sono avvolte intorno al promontorio divenendo tutt'uno con la roccia, e abbracciate le une alle altre in funzione difensiva.

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/6/6e/SperlongaScale.jpg/200px-SperlongaScale.jpg

 

Il borgo è sorto così, sullo sperone di S. Magno, nella più pura e spontanea architettura mediterranea, con vicoli stretti e lunghe scalinate per rendere più disagevoli le incursioni dei predoni del mare.

Nell'XI sec. Sperlonga era un castello chiuso da una cinta muraria, nella quale si aprivano due porte che oggi sono le testimonianze superstiti dell'epoca medievale: la Portella (o Porta Carrese) e Porta Marina, la principale via d'accesso al paese, entrambe con lo stemma dell'aquila della famiglia Caetani.

 

http://www.sullacrestadellonda.it/torri_costiere/images/torrecapovento.jpg 

 

Le torri di avvistamento rimaste sono tre: Torre Truglia, edificata su uno scoglio all'estrema punta del promontorio di Sperlonga nel 1532, sulle fondamenta di un'analoga costruzione romana, ricostruita nel 1611, di nuovo distrutta nel 1623 e rifiorita nel secolo successivo; Torre Capovento, contemporanea della precedente, su uno sperone del monte Bazzano; Torre del Nibbio, che era inclusa nel castello baronale e risale al 1500.

Dopo la devastazione del 1534 dovette passare quasi un secolo perché la vita tornasse a Sperlonga, che fu ricostruita nell'attuale forma a testuggine ed arricchita di chiese e palazzi signorili.

Tra le emergenze architettoniche, sono da ricordare l'antichissima chiesa di S. Maria di Spelonca, costruita nei primi anni del XII sec. con campanile e pianta latina con matronei, la chiesa di S. Rocco, edificata nel XV sec., Palazzo Sabella, il più antico e importante del borgo, temporanea residenza nel 1379 dell'antipapa Clemente VII e con facciata rifatta nel '500.


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 L'antro di Tiberio, infine, è una grotta ricavata in una villa romana che si dice appartenesse all'imperatore. La residenza si sviluppava per oltre 300 m. di lunghezza lungo la spiaggia di levante e comprendeva, in epoca augustea, un impianto termale e una piscina circolare collegata a vasche destinate all'itticoltura.

Internamente l'antro era decorato con marmi e mosaici in tessere di vetro e arredato con i gruppi marmorei ispirati alle imprese di Ulisse conservati al Museo Archeologico.

 

Il prodotto del borgo

L'orticoltura dà sedano bianco a coste, pomodoro rosso a grappolo, ciliegino e San Marzano, rucola e basilico.

 

Il piatto del borgo

La gastronomia si innesta sulla tradizione di piatti che si rifanno a una cucina povera come le zuppe: di sarde, di pesce alla sperlongana, di fagioli, marinata.

Apprezzabili anche i bambolotti con ragù di seppie e la cucina marinara in genere.

 

fonte web: http://www.borghitalia.it/html/borghi_centro_it.php

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