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martedì 15 dicembre 2020

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiono, oggi è il 15 dicembre.
Il 15 dicembre 1995 fu emessa una sentenza storica per il mondo del calcio, da parte della corte di giustizia europea, la cosiddetta Sentenza Bosman.
Jean-Marc Bosman era un giocatore di calcio belga, che militava nel RFG Liegi. Il suo contratto era scaduto, ed egli aveva ricevuto un'offerta per trasferirsi nella squadra francese del Dunkerque, tuttavia le due società non si erano accordate sulla cifra da versare alle casse del Liegi per il trasferimento, e l'affare sfumò.
Bosman decise di ricorrere alla corte di giustizia europea, la quale dopo una lunga battaglia legale gli diede ragione, stabilendo che i giocatori di calcio sono lavoratori comunitari come gli altri, e dunque non è possibile limitarne la circolazione nell'ambito della comunità a fine contratto. Allo stesso modo la corte sancì che le limitazioni che alcune federazioni nazionali ponevano nel numero di stranieri che potevano essere tesserate dalle squadre erano anch'esse illegittime, contrarie allo stesso spirito di libera circolazione e discriminanti nei confronti dei cittadini europei.
La sentenza portò a una vera e propria rivoluzione nel mondo del calcio europeo, aumentando a dismisura gli introiti dei giocatori. Infatti, avendo ciascun giocatore la facoltà di trasferirsi "a parametro zero" da una squadra all'altra a fine contratto, ciò portò necessariamente le società a siglare contratti molto lunghi, in caso di forte interesse per il giocatore, per poterli vendere ad altre squadre senza che essi se ne potessero semplicemente andare; inoltre costrinse le società ad aumentare fortemente gli ingaggi, per rendersi più appetibili ai giocatori.
Paradossalmente tutti i giocatori di calcio attuali devono i loro forti guadagni proprio a Bosman, il quale al contrario fu l'unico a non beneficiarne. Dopo la sentenza infatti, nessuna squadra volle più ingaggiarlo, a suo dire per ostracismo, se non piccole squadrette belghe di serie minori. Bosman cadde in depressione e si diede all'alcool, dal quale uscì dopo una disintossicazione nel 2007. Nel 2012 fu condannato a un anno di carcere per violenze sulla compagna e la figlia di lei, scontato ai servizi sociali.
Oggi vive a Liegi con un piccolo sussidio di FIFPro, l'associazione internazionale dei calciatori con la quale saltuariamente collabora.

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