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mercoledì 2 settembre 2020

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 2 settembre.
Il 2 settembre del 31 avanti Cristo al largo di Azio nella penisola dell'Epiro (odierna Grecia del nord), la flotta di Ottaviano annientava quella di Marco Antonio e Cleopatra, mettendo così fine al secondo triumvirato e dando il via a una nuova fase della storia di Roma, quella dell'Impero.
Marco Antonio nel 34, conquistata l'Armenia, celebrò ad Alessandria il trionfo insieme a Cleopatra, la sua amante, nominando lei ed il figlio avuto da Cesare reggenti di Cipro e delle terre orientali.
Il senato non vide affatto di buon occhio la cosa, e diete mandato ad Ottaviano per muovere guerra all'Egitto e riconquistare le terre perdute. Ottaviano mosse la flotta verso Patrasso, quartier generale di Antonio, che però era forte di una flotta più nutrita, grazie anche al contributo di navi di Cleopatra. Tuttavia le navi di Roma erano più veloci e meglio manovrabili.
All'inizio di Marzo del 31 a.C., anzichè attaccare direttamente Antonio, Marco Vepsanio Agrippa (l'ammiraglio di Ottaviano), si diresse a sud verso la guarnigione di Metone, che non si aspettava un attacco, conquistandola facilmente. In questo modo veniva tagliata la rotta per mare degli approvvigionamenti di Antonio, il quale fu costretto a far fronte a parecchie defezioni nel suo esercito, e in un ultima istanza a distruggere 50 delle sue navi, le peggiori, per evitare che cadessero in mano nemica non avendo più sufficienti uomini per governarle.
Il 2 settembre iniziò la battaglia di Azio, con le due flotte a fronteggiarsi nei pressi della costa formando due semicerchi. L'empasse fu interrotta da Agrippa, spostando velocemente verso il largo la sua flotta. L'ammiraglio nemico cadde nel tranello, e decise di inseguire le navi. Così facendo aumentò la distanza tra di esse e lasciò un buco nella parte centrale del semicerchio. Le navi di Agrippa sfruttarono un'invenzione di quest'ultimo, il rampino, per abbordare i vascelli nemici e combattervi a bordo. Cleopatra, che con le sue navi poteva andare in aiuto di quelle di Antonio, decise invece di sfruttare il buco e allontanarsi insieme ai suoi dalla battaglia. Antonio, vedendo la cosa, abbandonò anch'egli la battaglia al suo destino per inseguire Cleopatra (Velleio Patercolo ebbe a scrivere "i soldati si comportarono come il più valoroso dei comandanti, e il comandante come il più vile dei soldati"). A questo punto la battaglia era ormai compromessa: le forze di Ottaviano diventarono preponderanti e in poco tempo bruciarono e affondarono 40 navi uccidendo 5000 soldati.
Nell'agosto successivo Ottaviano invase l'Egitto, Antonio si suicidò.
Giunto ad Alessandria, Cleopatra tentò di sedurre Ottaviano come fece con Cesare e Antonio, ma questa volta non vi riuscì. Vistasi perduta, si tolse la vita secondo la leggenda con il famoso aspide.


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