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venerdì 25 settembre 2020

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 25 settembre.
All'alba del 25 settembre 2005 una pattuglia della volante di Ferrara, intervenuta per una telefonata che segnalava un ragazzo che urlava e sbatteva dappertutto nei pressi dell'Ippodromo, procedeva con violenza all'arresto di Federico Aldrovandi, un giovane da poco diciottenne. Dopo pochi minuti, mentre giungeva l'ambulanza chiamata dai poliziotti stessi, Federico moriva sull'asfalto. I medici del 118 constatavano la morte per arresto cardiocircolatorio e trauma cranico-facciale.
La perizia medico legale, depositata il 20 febbraio 2006 parlava di morte dovuta a un'insufficienza miocardica acuta dovuta ad assunzione di alcool, ketamina ed eroina; secondo una perizia di parte della famiglia, la morte fu invece dovuta ad una anossia posturale, a causa del caricamento sulla schiena di uno o più poliziotti durante l'arresto, e non alle droghe, la cui quantità era assolutamente insufficiente a provocare la morte. Si ravvisavano inoltre i segni di gravi violenze certamente non necessarie per consentire l'arresto.
Nel marzo del 2006 vengono iscritti nel registro degli indagati i quattro poliziotti; durante il primo incidente probatorio furono evidenziate le violenze, compresa una forte escoriazione sul sedere, segno di trascinamento sull'asfalto, e schiacciamento dei testicoli. Il 10 gennaio 2007 vengono formalmente rinviati a giudizio per omicidio colposo, per aver ecceduto i limiti dell'adempimento di un dovere, per aver procrastinato la violenza anche dopo aver vinto la resistenza del giovane, e per aver ritardato l'intervento dell'ambulanza.
Il 6 luglio del 2009 vengono condannati a 3 anni e 6 mesi di reclusione gli agenti Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani e Luca Pollastri, per eccesso colposo dell'uso legittimo delle armi. In virtù dell'indulto, non hanno scontato la pena.
Inoltre sono stati condannati nel 2010 altri 4 poliziotti per depistaggio e intralcio alle indagini. Il 10 giugno 2011 il tribunale d'appello di Bologna ha confermato a tutti la pena sancita in primo grado e rigettato ogni tesi difensiva.
Il 21 giugno 2012 la sentenza è stata confermata in cassazione per i quattro poliziotti, i quali in virtù dell'indulto sconteranno solo i 6 mesi di pena residua. Dopo un mese di carcere, a Monica Segatto sono stati concessi gli arresti domiciliari. Negati invece agli altri 3 poliziotti,  detenuti nel carcere di Ferrara in regime di isolamento.
Tre dei quattro poliziotti (eccetto Forlani, a causa di una cura per "nevrosi reattiva") ritornano in servizio nel gennaio 2014, destinati a servizi amministrativi. Il 2 luglio 2014 la Corte dei Conti ha disposto il sequestro dei beni dei quattro poliziotti condannati in via definitiva. Il provvedimento, di natura conservativa in vista del procedimento presso la magistratura contabile, è stato disposto dalla sezione giurisdizionale per la Regione Emilia-Romagna della Corte dei Conti e riguarda i circa 1.870.000 euro di danno erariale che Paolo Forlani, Monica Segatto, Luca Pollastri ed Enzo Pontani avrebbero provocato con la loro condotta.
Quei quasi due milioni di euro, individuati dalla procura come danno erariale, consistono infatti nel risarcimento che a suo tempo, dopo la condanna in primo grado del luglio 2009, furono offerti dal Ministero dell’Interno alla famiglia di Federico a titolo di risarcimento. La misura, notificata nel luglio 2014 dalla Guardia di finanza di Ferrara, ha visto il sequestro del quinto dello stipendio, dei beni immobili e dei diritti reali immobiliari di proprietà dei quattro agenti, fino alla concorrenza dell’importo complessivo di circa 1.870.000 euro. Ciascuno dei quattro agenti è tenuto a risarcire, in proprio, un danno di circa 467.000 euro.

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