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martedì 21 gennaio 2014

#OltreLaSoglia #AldiLa' #DellaVita... di Francesca Girotto



E’ davvero immortale la nostra anima?
Cosa c’è oltre la vita?
Dove va l’anima quando si separa dal corpo?
Ma poi, cos’è l’anima?
E’ qualcosa di etereo o si può vedere?
E’ da un po’ di tempo che mi pongo queste ed altre domande. Forse perché in una recente e dolorosa vicissitudine ho dovuto confrontarmi con il “mai più” e non riesco a rassegnarmi al pensiero. E allora mi dibatto in mille interrogativi, in una vertigine di domande che restano senza risposta, in un confine invisibile, impossibile da pronunciare, perfino da pensare.
E i miei pensieri si rivoltano quasi con rancore verso un’entità sconosciuta, quasi un’invisibile essenza sovrumana che, divertendosi alle nostre spalle, ha permesso questo.
Poi arriva la quiete e la ragione cerca pace nell’imponderabile infinito disegno, a noi sconosciuto, della vita.
E penso che nulla appartiene di più alla vita, come la morte.
Oggi che si dibatte e si scrive di tutto, la morte e il lutto sono rimasti gli unici argomenti tabù. Ma il dolore va metabolizzato e c’è un bisogno estremo di parole da dedicare a chi, per noi, non c’è più. A chi, varcando quella soglia, ha chiesto di “lasciarlo andare”, di “lasciarlo essere”. Ma per fare questo ci vuole una grande dose di coraggio e tanta, tanta fede.
La soglia che separa la vita dalla morte è un passaggio naturale (viene varcata milioni di volte al giorno), e allora perché è così difficile da raccontare, da rappresentare?
E’ difficile per noi, che crediamo di essere immortali, immaginare un termine alla nostra vita. Noi che viviamo in una specie di illusione eterna abbiamo un concetto del fattore tempo come di qualcosa di infinito. E’ il nostro vissuto storico che dovrebbe darci la consapevolezza di non essere immortali, ma noi non abbiamo mai il tempo per questi confronti, abbiamo sempre ancora qualcosa da fare.
E nel vagare all’interno della mente mi chiedo cosa si prova nel momento in cui si ha la consapevolezza di non farcela? Nel momento in cui avrò la chiara certezza che la vita mi sta abbandonando, e non potrò più vedere né abbracciare le persone care. Che tutti i miei progetti, i miei sogni, i miei obiettivi non contano più nulla perchè non saranno mai più realizzabili. Che tutto quello che avrei voluto dire a chi amo non potrò più farlo, che è troppo tardi per tornare indietro perché la vita ha deciso diversamente e adesso si sta facendo beffe di me.
Mi dicono che l’anima è immortale, ma lo spirito allora? E la nostra personalità? E tutto ciò che vi è contenuto, tutto quello che noi, da mortali, decidiamo di essere, di fare, di costruire? Tutto inutile? Bene o male non fa distinzione?
Qual’è allora lo scopo della nostra vita? Risposte non ne ho ancora trovate. Posso solo pensare che lo scopo della vita è la vita stessa.
Platone ha voluto dimostrare che l’anima è immortale in questo modo:
" IN QUALUNQUE COSA ENTRI, L’ANIMA PORTA IL VIVERE, POICHE’ CIO’ E’ AD ESSA CONNATURATO. MA CIO’ CHE PORTA IL VIVERE NON PUO’ ACCOGLIERE LA MORTE, DUNQUE L’ANIMA E’ IMMORTALE".
CREDERE SENZA PROVE. Sta forse qui il segreto?
Qualcuno di voi può dirmi il proprio pensiero?
Francesca Girotto

http://thosemen.files.wordpress.com/



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