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domenica 26 gennaio 2014

#FelicitàE'anche: Imbrigliare il tempo... di Francesca Girotto

 
 imm. da clerilmiopostonelmondo.files.wordpress.com/

 Elogio alla lentezza, ma non c’entra Milan Kundera, è un pensiero per noi che corriamo tanto, sempre. Sarà mica complice questo clima di depressione che ci circonda? Ci hanno tirato su con la convinzione che il tempo è denaro, e giù, tutti a imbrigliarci in un’esagerata fretta da produttività. Casalinghe maniacali col chiodo fisso delle super-pulizie. Impiegati fast-foodiani che ingurgitano un panino nella pausa pranzo e freneticamente affrontano l’ansia del ritorno a casa incolonnati a chilometriche code. E poi c’è la palestra, la piscina, il calcetto, la pizza con gli amici, l’incontro in centro per lo shopping, l’aperitivo in compagnia, la riunione scolastica. Quanti impegni ha un genitore? Difficile distinguere tra hobby o doveri. E i bambini? Nati già stressati, obbligati, sin dai primi anni di vita, a frequentare corsi d’ogni genere, dall’inglese al nuoto, da lezioni di musica a danza, da karate a yoga, dal corso di sci a pallavolo, ciclismo, eccetera, eccetera. Tutto questo per compiacere i genitori che, da piccoli, avrebbero avuto “quel” gran desiderio ma, per svariati motivi, non hanno potuto coltivarlo. E, non secondario, per non essere da meno dei compagni che, pare, sappiano eccellere in tutto (??). E così si subisce la dittatura del tempo. Si arriva alla fine della giornata stanchi e in un clima di depressione collettiva.
Non si ha più il tempo e la voglia di sedersi a tavola e dialogare serenamente, raccontandosi la propria giornata, desiderando conoscere i pensieri del resto della famiglia, coniuge, figli, genitori e via discorrendo. E’ tutto una grande corsa dove non si ha più il tempo di leggere un libro o di rimanere semplicemente in silenzio a sognare. E dove lo mettiamo il (purtroppo..) dominante consumo televisivo? Semplicemente alla fine di giornate così estenuanti in cui ci si addormenta di fronte alla tv senza averla nemmeno ascoltata.
Ho delle amiche che darebbero non so cosa per farsi quattro passi col marito guardando, magari, le vetrine dei negozi chiusi. Si, perché ci si accontenta anche di guardare senza comprare, pur di godersi la passeggiata col proprio partner in assoluto relax.
E invece no. Io leggo, rifletto e scopro che la felicità, è anche tempo, e non sempre occorre denaro per averlo.
Ad un certo punto della vita c’è un gran bisogno di lentezza, si sente la necessità di rallentare..
Ma non si diventa più lenti perché si invecchia, tutt’altro!
E allora volturiamo questo “purtroppo” (..purtroppo sto invecchiando..) in “finalmente” (..finalmente ho tempo per me, per leggere, fare un viaggio, passeggiare, visitare mostre e musei e tanto altro ancora..). Questo non vuol dire trascurare la famiglia, i figli, i nipoti, ma dare la giusta dose di disponibilità senza perseverare nel sacrificio dell’immolarsi sull’altare della schiavitù famigliare.

Di Francesca Girotto

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