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martedì 14 settembre 2021

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 14 settembre.
Il 14 settembre 1991 il David di Michelangelo viene danneggiato.
Il David di Michelangelo Buonarroti (1475-1564) è l’opera scultorea più famosa e sicuramente più conosciuta al mondo, che questo grande Artista italiano realizzò tra gli anni 1501 e l’inizio del 1504. Molti artisti e grandi esperti di arte, addirittura ritengono che il David di Michelangelo sia l’oggetto artistico più bello che mai sia stato creato dall’uomo. E come dargli torto visto la meraviglia e il fascino che si ha nell'osservarlo.
L’opera scultorea raffigura il personaggio biblico David, nel momento in cui si appresta ad affrontare un avversario, il gigante Golia nemico del suo popolo e la cui uccisione mediante una semplice arma come la fionda, fa si che David diventi Re entrando così nella legenda e nei cuori del suo popolo.
Il 16 agosto del 1501 l'Opera del Duomo di Firenze commissionò al giovane Michelangelo la statua del David da collocare in uno dei contrafforti esterni posti nella zona absidale della cattedrale di Santa Maria del Fiore. Michelangelo per nascondersi da occhi indiscreti costruì un recinto all'interno dell'Opera.
Il blocco di marmo era stato precedentemente sbozzato da Agostino di Duccio nel 1464 e da Antonio Rossellino nel 1476 ma entrambi gli artisti abbandonarono la scultura giudicando il marmo troppo fragile, non potendo sostenere il peso solo sulla zona delle gambe, la cui apertura era stata scavata con particolari perplessità per la parte del marmo situata sotto il braccio sinistro dell'attuale statua. In quella fase era già previsto che l'eroe fosse nudo e che la testa di Golia non venisse rappresentata. Il genio di Michelangelo fu anche di evitare di porre il peso della statua sulla gamba sinistra, ma appoggiando tutto il peso sulla gamba destra.
Il marmo infine presentava una grande quantità di piccole venature dette "taròli" che Michelangelo provvide a stuccare e ricoprire con malta di calce restituendo alla superficie la levigatezza tipica delle sue sculture giovanili.
A scultura già ultimata il Gonfaloniere di Giustizia Pier Soderini decise di collocarla in Piazza della Signoria trasferendo il valore simbolico del David da un contesto religioso ad uno civile.
Per quanto riguarda la scelta del luogo di esposizione, Michelangelo riuscì ad imporsi contro il parere di una commissione di illustri artisti fiorentini (Andrea della Robbia, Piero di Cosimo, Pietro Vannucci, Leonardo da Vinci, Sandro Botticelli e Cosimo Rosselli) che voleva collocare la statua nella Loggia dei Lanzi dove però avrebbe avuto problemi di visibilità).
Così, il 25 gennaio 1504 fu deciso che il David venisse collocato sul sagrato di Palazzo Vecchio, esponendolo tuttavia al degrado causato dagli agenti atmosferici.
Il trasporto dell'enorme statua fu terminato dopo quattro giorni di viaggio il 18 maggio del 1504, all'interno di una gabbia lignea che scorreva su delle travi unte di grasso di sévo mentre il marmo era sollevato dal fondo per evitare che le vibrazioni del trasporto lo danneggiassero.
Durante il tragitto, in una pausa notturna un gruppo di giovani fedeli alla fazione filo-medicea, estromessa dal potere, aggredì la statua prendendola a sassate, in quanto simbolo riconosciuto del governo repubblicano.
Michelangelo la rifinì sul posto dipingendo in oro il tronco d'albero dietro la gamba destra e aggiungendo delle ghirlande di ottone con foglie in rame dorato che cingevano la testa e la cinghia della fionda.
Nel 1512 una saetta colpì il basamento accentuando la fragilità del marmo che presentava delle "crettature" ovvero dei cedimenti all'altezza delle caviglie.
Il 26 aprile del 1527 durante la seconda cacciata dei Medici da Firenze ci furono dei tumulti in città, un gruppo di repubblicani asserragliati in Palazzo Vecchio per difendersi dagli oppositori lanciarono dalle finestre: pietre, tegole e mobili, che danneggiarono seriamente la statua causando la frantumazione del braccio sinistro in tre pezzi e la scheggiatura della fionda all'altezza della spalla. Il Vasari stesso e l'artista Francesco Salviati raccolsero i frammenti della statua e li nascosero in casa Salviati. Con il ritorno del Granduca Cosimo I si provvide al restauro. I segni dell'episodio sono ancora visibili.
Il successo del David di Michelangelo fu immediato. L'umanista Pomponio Gaurico nel suo dialogo "De Sculptura" del 1504 lo porta come esempio di arte eccelsa, lo stesso fece Benedetto Varchi anni dopo mentre a testimonianza del mito che la statua incarnava nella cultura umanistica rinascimentale valgono le parole di Giorgio Vasari nelle "Vite de' più eccellenti architetti, pittori et scultori italiani, da Cimabue insino a' nostri giorni" nell'edizione del 1550 "E veramente che questa opera ha tolto il grido a tutte le statue moderne et antiche, o greche o latine che elle si fossero....Perché in essa sono contorni di gambe bellissime et appiccicature e sveltezza di fianchi divine, né grazia che tal cosa pareggi, né piedi né mani né testa che a ogni suo membro di bontà, d'artificio e di parità né di disegno s'accordi tanto. E certo chi vede questa non dee curarsi di vedere altra opera di scultura fatta nei nostri tempi o negli altri da qual si voglia artefice"
Sin dai tempi della sua prima apparizione la statua del David venne celebrata come l'opera capace di mutare il gusto estetico del suo tempo e di affermarsi quale espressione ideale del rinascimento, tutto questo grazie alla applicazione dello studio anatomico al fine di rendere con forme virili possenti e armoniche l'immagine del nudo eroico, la cui forma era la realizzazione fisica, di un complesso insieme di valori filosofici ed estetici. I Fiorentini si immedesimarono con l'aspetto atletico e fiero del giovane eroe interpretandolo come espressione della forza e della potenza della città stessa nel momento del suo massimo splendore, per i sostenitori della Repubblica divenne il simbolo della vittoria della democrazia sulla tirannide esercitata in precedenza dalla famiglia Medici.
Con il David si rinnova il canone della bellezza maschile rinascimentale, (ricorda la scultura classica greca V secolo a.C.) un corpo atletico al culmine della forza giovanile espresso da forme nate da uno studio attento dei particolari anatomici, come la torsione del collo attraversato da una vena e dalla struttura dei tendini, come le vene sulle mani e sui piedi, la tensione muscolare delle gambe; contratta quella di destra su cui si appoggia il peso, distesa quella di sinistra, che si allunga per il movimento, e la perfetta muscolatura del torso. Sono poche le inesattezze come un muscolo sul polso destro inesistente in realtà, che Michelangelo si inventa per dare maggiore forza espressiva al suo movimento, e una riduzione innaturale della spalla dovuta alla mancanza di materiale su cui lavorare. Inoltre per correggere la visione dal basso, essendo una statua alta 4.10 m, Michelangelo ha realizzato la testa con una proporzione maggiore rispetto al corpo.
La posizione del David di contrapposizione tra tensione e rilassamento degli arti si chiama chiasmo ed è il risultato di uno studio fatto nell'Antica Grecia da Policleto, noto scultore nonché autore del Canone, un trattato sulle proporzioni del corpo.
Il David dell'Accademia è ben diverso da altre interpretazioni che lo avevano preceduto come quello di Donatello dalle forme effemminate, riprese dalla statuaria ellenistica, interpretabili in senso religioso come l'eroe la cui forza viene da Dio, qui invece si trasmette un'idea di forza assolutamente autosufficiente.
Allo stesso sistema di valori va associato lo sguardo fiero e concentrato rivolto al nemico, le sopracciglia aggrottate, le narici dilatate e la leggera smorfia sulle labbra che forse tradiscono un sentimento di disprezzo verso Golia.
L' eroe biblico è rappresentato nel momento in cui si appresta ad affrontare Golia, il gigante filisteo, nella mano sinistra, infatti, stringe ancora il sasso con il quale sconfiggerà il nemico da lì a poco.
Nel David di Michelangelo sono evidenziate anche le potenzialità espressive del disegno, che è la base dello studio e della conoscenza della forma maschile, praticato dal vero spesso studiando dei cadaveri trafugati.
In ossequio al criterio della visibilità Michelangelo ingrandì alcune parti, la testa e le mani, che paiono sproporzionate, anche se dal disegno perfetto; questo perché il progetto iniziale dell'opera prevedeva una visione dal basso ad una grande distanza che richiedeva accorgimenti ottici per una migliore resa espressiva del corpo.
Questo effetto parzialmente visibile anche durante la sua esposizione in Piazza della Signoria si è ulteriormente attenuato in seguito al suo trasferimento nel museo dove è stato collocato in un piedistallo più basso di 63 centimetri.
Nella realizzazione degli occhi del David, Michelangelo inventò una nuova tecnica: perforò le pupille affinché potessero catturare la luce e creare un gioco di ombre che rende gli occhi molto più penetranti.
Osservando attentamente il braccio destro del David di Michelangelo, si nota che ha preso ispirazione alla posizione del braccio realizzato da Donatello nell'Abacuc, chiamato anche lo Zuccone.
Si racconta che quando l'opera era quasi ultimata, il gonfaloniere della Repubblica Fiorentina Piero Soderini si recò da Michelangelo ad ammirare la statua. Dopo averla a lungo osservata con interesse, si rivolse al maestro dicendo che a parer suo, il naso del David era troppo grande. Michelangelo afferrò allora un pugno di polvere di marmo e uno scalpello con cui fingere di correggere il presunto errore. Un po' alla volta fece cadere la polvere dalla mano, chiedendo poi il parere del gonfaloniere, il quale soddisfatto, dichiarò finalmente la perfezione dell'opera!
La leggenda vuole che Michelangelo sia stato accusato dell'omicidio di un uomo per poterne sezionare il cadavere ai fini di comprendere al meglio l'anatomia del corpo umano e riportarla nella scultura. Ciò non corrisponde alla realtà, in quanto Michelangelo usufruiva, grazie alla disponibilità di un sacerdote della chiesa di Santo Spirito, di cadaveri allo scopo di studiarne l'anatomia.
All'atto del collocamento della statua in Piazza della Signoria, davanti alla porta d'entrata di Palazzo Vecchio, il David venne rivolto a sud, in segno di sfida alle popolazioni nemiche pronte ad attaccare Firenze. Accanto a lui doveva essere posta anche un'altra statua, raffigurante Ercole, a simboleggiare la forza sia fisica (Ercole) che intellettuale (David) dei fiorentini e della Signoria. Ma questa seconda statua non fu mai realizzata da Michelangelo e solo in seguito venne scolpita da Baccio Bandinelli.
 Il David di Michelangelo rimase in piazza della Signoria fino al 1873 finchè alla celebrazioni del 400esimo anniversario della nascita di Michelangelo si decise di spostare l'opera all'interno dell'Accademia di Belle Arti per evitare che agenti atmosferici potessero danneggiarla.
Il 14 settembre 1991 un folle, Piero Cannata, danneggiò la statua con un martello, come era accaduto circa vent'anni prima alla Pietà vaticana. In confronto a quell'atto vandalico però, i danni al David furono assai più limitati, scheggiando l'alluce e le prime due dita del piede sinistro, che venne subito completato adoperando i frammenti originali e servendosi dei numerosi calchi esistenti per reintegrare la lacuna in maniera esatta.
Dal 2004, dopo un attento ed accurato restauro, è possibile ammirare l'opera nella Galleria dell'Accademia. Il restauro compiuto è stato un lavoro attento che ha riguardato molti aspetti dell'opera di Michelangelo; l'intervento più grosso eseguito è stato quello di ripulire la statua rimuovendo dal marmo le macchie grigio/nere che ne oscuravano lo splendore. Ogni anno la statua è sottoposta ad un attento ed accurato monitoraggio.

sabato 6 marzo 2021

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 6 marzo.
Il 6 marzo 1475 nasce Michelangelo Buonarroti.
Nato a Caprese, un piccolo paese della Toscana, vicino ad Arezzo, Michelangelo Buonarroti ancora in fasce viene portato dalla famiglia a Firenze. Figlio di Ludovico Buonarroti Simoni e di Francesca di Neri, viene avviato dal padre agli studi umanistici sotto la guida di Francesco da Urbino, anche se ben presto dimostra tale inclinazione al disegno che, in contrasto con i progetti paterni, passa alla scuola del già celebrato maestro fiorentino Ghirlandaio. Il maestro rimane stupefatto vedendo i disegni eseguiti dal tredicenne Michelangelo.
In possesso di una fortissima personalità e di una volontà ferrea fin da giovane, Michelangelo doveva per la verità rimanere, per contratto, almeno tre anni a bottega dal Ghirlandaio, ma nel giro di un anno abbandona la comoda sistemazione, anche a causa della grande passione per la scultura che egli nutriva, per trasferirsi nel Giardino di San Marco, una libera scuola di scultura e di copia dell'antico che Lorenzo de' Medici aveva appunto istituito nei giardini di San Marco (dove fra l'altro i Medici avevano già raccolto una notevole collezione di statuaria classica), ponendovi a capo lo scultore Bertoldo, discepolo di Donatello.
Notato da Lorenzo il Magnifico, Michelangelo viene da lui accolto nel suo palazzo dove, a contatto con i grandi pensatori umanisti (tra i quali Marsilio Ficino, Pico della Mirandola, Poliziano), ha modo di arricchire la propria cultura. Alla corte dei Medici egli esegue le sue prime sculture, la "Battaglia dei Centauri" e la "Madonna della Scala". Nel 1494, impaurito dalle voci di una prossima caduta dei Medici (nel novembre di quell'anno Carlo VIII era entrato a Firenze), Michelangelo fugge a Bologna ove, ammirati i rilievi di Jacopo della Quercia, scolpisce un bassorilievo per il Duomo di San Petronio.
Dopo un breve viaggio a Venezia, torna a Bologna e resta per circa un anno ospite di Gianfrancesco Aldrovandi, dedicandosi a studi letterari e al componimento scultoreo dell'arca di San Domenico.
Torna a Firenze nel 1495 e - nello stesso periodo in cui il Savonarola tuona contro il lusso e l'arte paganeggiante - crea il Bacco Ubriaco (Bargello). Si dirige quindi a Roma ove scolpisce la famosa "Pietà" Vaticana.
Fra il 1501 ed il 1505 è di nuovo a Firenze, subisce qualche suggestione leonardesca e produce una serie di capolavori: il "Tondo Doni" (Uffizi), il "Tondo Pitti" (Museo del Bargello), il perduto cartone per l'affresco della "Battaglia di Cascina" e l'ormai famosissimo David di marmo, collocato all'ingresso di Palazzo Vecchio come simbolo della Seconda Repubblica ma anche come apice dell'ideale rinascimentale dell'uomo libero e artefice del proprio destino.
Nel marzo del 1505 papa Giulio II chiama l'artista a Roma per commissionargli il monumento sepolcrale, dando così l'avvio ad una vicenda di contrasti con il pontefice e i suoi eredi, che si concluderà solamente nel 1545 con la realizzazione di un progetto assai ridotto rispetto al grandioso piano iniziale: il mancato compimento di quest'opera fu assai doloroso per Michelangelo, che ne parlò come di una "tragedia della sepoltura".
Intanto i continui impegni costringono l'artista a continui spostamenti tra Firenze, Roma, Carrara e Pietrasanta, dove si prende cura personalmente della cava dei marmi per le sue sculture.
Nel maggio del 1508, dopo una clamorosa rottura e riappacificazione con papa Giulio II, firma il contratto per la decorazione del soffitto della Cappella Sistina, alla quale attende ininterrottamente dall'estate di quell'anno fino al 1512. Cinquecento metri quadri decorati da un solo uomo in quattro anni di accanito lavoro e che rappresentano la piena espressione degli ideali artistici del Rinascimento affidati a un'interpretazione neoplatonica della Genesi.
Giulio II muore nel 1513 e si ripropone il problema del monumento funebre: di questo secondo incarico ci restano il Mosè e i due Schiavi conservati al Louvre, anche se di fatto la tomba completa sarà ultimata solo nel 1545, con una versione finale, in gran parte affidata agli aiuti.
Michelangelo comunque lavora anche ai progetti per la facciata di San Lorenzo, e a quelli per le tombe Medicee, al Cristo per Santa Maria sopra Minerva. Nell'autunno del 1524 il nuovo papa dei Medici, Clemente VII, fa iniziare all'artista i lavori per la biblioteca Laurenziana e proseguire quelli per la tomba che, principiate nel 1521, saranno portati a termine solo nel 1534, anno in cui Michelangelo si stabilisce definitivamente a Roma.
Verso il settembre dello stesso 1534 sono le prime trattative per il Giudizio Finale, che doveva coprire la parte dell'altare della Cappella Sistina; quest'opera che doveva suscitare tanto successo e tanto clamore, verrà terminata dall'artista nel 1541.
Gli avvenimenti personali di questo periodo hanno una eco anche sull'arte di Michelangelo, soprattutto l'amicizia con Tommaso de' Cavalieri, al quale dedica poesie e disegni, e l'amore per la poetessa Vittoria Colonna, marchesa di Pescara, che lo avvicina ai problemi della riforma e alle idee circolanti nell'ambiente dei Valdesi.
Tra il 1542 e il 1550 l'artista attende agli affreschi per la cappella Paolina, sempre in Vaticano, si dedica alle imprese architettoniche, come il compimento di Palazzo Farnese, la sistemazione del Campidoglio, e soprattutto i lavori per San Pietro, alla cui fabbrica viene preposto da Paolo III nel 1547, e porta a termine diverse sculture, dalla pietà del duomo di Firenze, alla quale lavora nel 1555, alla estrema incompiuta Pietà di Rondinini.
Michelangelo già dai contemporanei fu acclamato come il maggiore artista di tutti i tempi, e influì grandemente su tutta l'arte del secolo. Ammirato senza riserve da alcuni, odiato da altri, onorato dai papi, imperatori, principi e poeti, Michelangelo Buonarroti muore il 18 febbraio 1564.

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