Buongiorno, oggi è il 26 maggio.
Il 26 maggio 1831 viene giustiziato a Modena il patriota Ciro Menotti.
Ciro Menotti nasce a Carpi (Modena) il 22 gennaio 1798. In giovane età diventa uno dei membri della carboneria italiana. Si oppone alla dominazione austriaca in Italia, appoggiando subito l'idea di un'Italia unita. Il suo obiettivo è quello di liberare il ducato di Modena dalla dominazione asburgica. In giovinezza segue in prima linea gli eventi che interessano la Francia dominata dal sovrano Luigi Filippo d'Orléans, instaurando anche dei legami con i circoli liberali francesi dell'epoca.
Ha degli ottimi rapporti con esuli democratici italiani come Vittoria dei Gherardini e Cristina Trivulzio Belgioioso. In questi anni il piccolo ducato di Modena è governato dal duca Francesco IV d'Asburgo-Este, arciduca dell'Impero d'Austria. Questi ha nella città di Modena una corte molto sfarzosa, ma vorrebbe avere dei territori molto più vasti da governare. Francesco IV quindi ha un atteggiamento ambivalente, poiché da un lato finge di appoggiare in maniera lusinghiera i moti risorgimentali che i carbonari stanno preparando, ma dall'altro cerca di sfruttarli a suo vantaggio.
Presto sarà molto interessato alla successione al trono della famiglia Savoia, poiché è sposato con la figlia del re Vittorio Emanuele I, Maria Beatrice di Savoia. In realtà l'arciduca non trae beneficio dalla successione al trono, non avendo chance nel succedere al trono di Sardegna.
Ciro Menotti e i suoi compagni cercano di convincere l'arciduca d'Austria ad appoggiare la cospirazione che avrebbero voluto portare avanti. Inizialmente Francesco IV è molto dubbioso sul da farsi, infatti, sembra che delle trattative sono in corso con l'avvocato Enrico Misley, che appoggia gli ideali di matrice liberale e che è un assiduo frequentatore della corte dell'arciduca.
In un primo momento quindi l'arciduca sembra sostenere la cospirazione che viene organizzata da Menotti e dai suoi compagni. Nel gennaio del 1831 il giovane patriota italiano organizza la sollevazione nei minimi dettagli, avendo anche l'appoggio dei circoli liberali fondati nella Penisola italiana in quegli anni.
Nel febbraio dello stesso anno, nella sua abitazione che si trova a pochi passi da Palazzo Ducale, raduna una quarantina di uomini che devono partecipare all'insurrezione.
Nel frattempo però Francesco IV, non rispettando i patti, decide di chiedere il sostegno dei Paesi che fanno parte della Santa Alleanza: Russia, Francia, Austria e Prussia. Il suo obiettivo quindi è quello di soffocare la rivolta sul nascere, chiedendo il sostegno di questi grandi Paesi che avrebbero con la forza normalizzato la situazione.
Il duca dà ordine alle sue guardie di circondare l'abitazione di Menotti; molti uomini che hanno preso parte alla cospirazione riescono a fuggire e a mettersi in salvo, mentre altri come Ciro Menotti no. Questi viene quindi arrestato dagli uomini di Francesco IV. Nonostante il tentativo di cospirazione sia stato soffocato, innumerevoli sollevazioni scoppiano a Bologna e in tutta l'Emilia Romagna. In quest'occasione l'arciduca decide di lasciare Modena e di partire per Mantova, portando con sé il prigioniero. Giunti a Carpi, si cerca in tutti i modi di salvare la vita di Ciro Menotti, chiedendo che non venga giustiziato.
Trascorso un mese dalla prigionia, segue il duca che ritorna a Modena. Nella città si svolge il processo che avrebbe poi portato alla condanna a morte del patriota italiano.
Nel breve periodo che passa in carcere Menotti scrive una drammatica e commovente lettera alla moglie e ai suoi figli, in cui dice loro di essere in procinto di morire per una causa superiore, ovvero la liberazione della sua regione dal dominatore straniero. Prima di essere condannato consegna a uno dei padri confessori, che si trova in carcere per sostenerlo prima dell'esecuzione, la lettera che avrebbe dovuto consegnare alla moglie. Questa lettera in realtà arriverà a destinazione soltanto nel 1848, poiché viene sequestrata al confessore dalle autorità ivi presenti.
Ciro Menotti muore per impiccagione il 26 maggio 1831 all'età di 33 anni.
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domenica 26 maggio 2024
domenica 23 maggio 2021
#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi
Buongiorno, oggi è il 23 maggio.
Il 23 maggio 1945 Heirich Himmler, catturato dagli Alleati, si suicida.
Il gerarca nazista Heinrich Himmler, nato il 7 ottobre 1900, è considerato dagli storici l'anima nera di quello sciagurato regime, il carnefice più spietato e cinico, nonché il folle pianificatore dei campi di sterminio, ritratto confermato da lui stesso, dato che amava dire di essere "un boia senza pietà".
Secondo di tre figli, il padre era docente al ginnasio di Monaco, mentre la madre era una casalinga molto premurosa nei confronti dei figli. Entrambi i genitori erano fermi credenti cattolici e provvidero alla formazione culturale dei figli, che, appunto per questo motivo, erano fra i primi delle rispettive classi alle quali erano iscritti. Allo scoppio della prima guerra mondiale Himmler aveva quattordici anni. Seguì da vicino gli avvenimenti e spinse i genitori a mandarlo al fronte come ufficiale, date le loro amicizie fra gli aristocratici. Tuttavia La guerra finì prima che gli fosse data quest'opportunità. Himmler rimase mortificato dall'improvvisa sconfitta tedesca e dalle umilianti condizioni di pace imposte alla nuova repubblica. Fu questa la causa del suo cambiamento da ragazzo modello a quello che poi è diventato.
Nel 1923 partecipò al fallito colpo di Stato di Monaco da parte di Hitler. In questo periodo l'ideologia di Himmler si mescolò all'ambizione di far carriera. Si iscrisse alle SS nel 1925. Le qualità organizzative e burocratiche di Himmler furono immediatamente apprezzate. Le SS crebbero insieme all'avanzare della carriera di Himmler, che, nel 1929, ne divenne il capo. Il 3 luglio 1928 Himmler sposava Margarete Boden, che in seguito gli diede una figlia.
Le SS, erano inizialmente uno sparuto drappello di uomini, inglobato all'interno delle affermate SA, le squadre d'assalto paramilitari del partito nazional-socialista guidate da Rohm, ma ben presto le cose cambiarono: le SS e la loro guida aumentarono sempre di più il loro prestigio e la loro importanza agli occhi del fuhrer, finchè, il 30 giugno 1934, in quella che fu la "notte dei lunghi coltelli", Rohm e i suoi luogotenenti furono barbaramente trucidati, per ordine di Hitler e dietro congiura dello stesso Himmler.
Da quel momento le SA furono soppiantate dalle sempre più numerose SS, che sarebbero divenute tristemente note per la loro crudeltà e per le agghiaccianti rappresaglie a cui diedero vita, nel corso del loro operato. Le SS furono, dunque, le milizie paramilitari del grande Reich ed Himmler il loro feroce condottiero: erano soldati necessariamente ed obbligatoriamente di puro sangue ariano, dalle nere uniformi che non smisero mai di seminare il panico nell'Europa occupata. Nel loro cappello era raffigurato un teschio, simbolo di morte e di terrore, nei loro pugnali era inciso il farneticante motto "il mio onore è la fedeltà". Il progetto di Himmler diventò quello di svincolare le sue SS dal controllo dello Stato e del Partito Nazista, perciò creò uno Stato nello Stato che ben presto avrebbe terrorizzato sia i nemici del regime che i suoi avversari personali. Hitler, stranamente, lo lasciò fare. Per volere di Himmler le SS cambiarono organizzazione e si diversificarono molto.
Dopo la presa del potere da parte dei nazisti, Himmler fu nominato capo della polizia politica della Baviera. Grazie al suo ruolo di prestigio nelle SS, divenne in pratica capo anche delle polizie delle altre regioni tedesche. Nel 1933 creò il primo campo di concentramento a Dachau, costruito sull'area dell'ex fabbrica di munizioni e polvere da sparo di Dachau nelle vicinanze di Monaco, allo scopo di diminuire il numero dei prigionieri nelle prigioni. Questo luogo, destinato ad accogliere tutti i prigionieri politici della Baviera, fu subito definito dalle SS " campo di concentramento"( KZ Konentrationlager). Nei dodici anni della sua esistenza vi sono stati registrati più di duecentomila prigionieri, ma non è possibile stabilire il numero dei deportati non registrati. Dachau fu un campo "modello" nel quale furono sperimentate e messe a punto le più raffinate tecniche di annientamento fisico e psichico degli oppositori del regime. Poco prima della liberazione le SS distrussero gran parte dei loro documenti ufficiali, per evitare che essi potessero venire usati come prova a loro carico.
Con la guerra Himmler poté attuare in pieno il programma di sterminio cosicché alla vigilia dell'invasione dell'Unione Sovietica il suo potere era incontrastato. Nel 1941 creò, insieme a Heydrich, gli Einsatzgruppen, unità di sterminio in unione sovietica. In seguito (1943) assommò ai suoi poteri anche quello di Ministro degli Interni ottenendo così il controllo totale della macchina repressiva tedesca. Quando le speranze di vincere la guerra divennero nulle per la Germania, tentò di intavolare una pace con gli angloamericani. Venutone a conoscenza, Hitler lo destituì. Dopo la resa della Germania Himmler assunse una falsa identità, tentò la fuga ma venne arrestato dagli inglesi e pochi giorni dopo si suicidò.
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