Paolo Galletti è un sognatore, un idealista. A sedici anni si trova ad
osservare il cambiamento dall’alto delle splendide mura perfettamente
integre di Lucca, protetto dall’accelerazione industriale degli anni
‘70. Il cuore di Lucca si raggiunge attraverso le porte che, nei suoi
dipinti, assumono la dimensione di portali chimerici, attraverso i quali
si può raggiungere qualcosa di prezioso, di magico, di armonico.
Nei quadri dedicati a Lucca sembra che ogni tetto, ogni albero, ogni palazzo storico voglia in ogni modo restare racchiuso in quelle mura pur ammiccando allo spettatore e facendo bella mostra di sé. Le mura − così riconoscibili anche se distanti dalla realtà − trattengono, quasi a fatica, come una chioccia i pulcini, tutti gli edifici stringendoli in un grande morbido abbraccio. Ecco come Galletti riesce ad umanizzare ogni singola pietra di questa città, che vive nel suo cuore e diventa il centro pulsante delle sue opere.
Nei quadri dedicati a Lucca sembra che ogni tetto, ogni albero, ogni palazzo storico voglia in ogni modo restare racchiuso in quelle mura pur ammiccando allo spettatore e facendo bella mostra di sé. Le mura − così riconoscibili anche se distanti dalla realtà − trattengono, quasi a fatica, come una chioccia i pulcini, tutti gli edifici stringendoli in un grande morbido abbraccio. Ecco come Galletti riesce ad umanizzare ogni singola pietra di questa città, che vive nel suo cuore e diventa il centro pulsante delle sue opere.
da il pickwick
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