Buongiorno, oggi è il 2 agosto.
Il 2 agosto 1955 viene brevettato il Velcro.
Fino al 2 aprile 1978, se vi fosse mai capitato di parlare di velcro, non potevate sbagliare. Fino a quel giorno, infatti, il nome per indicare il sistema attacca e strappa (meglio: chiusura hook and loop) usato su giacche, scarpe, borse, giochi, era di proprietà dell’omonima azienda, la Velcro appunto. Quel giorno, però, il brevetto che ne rivendicava la paternità scadeva, e il sistema di chiusura inventato da George de Mestral diventava di dominio pubblico, vantando una serie di imitatori da cui, per rimanere in tema, sarebbe stato difficile staccare il nome di velcro.
Il materiale era nato nella testa del suo inventore, come spesso accade, osservando la natura. Si racconta che un giorno d’estate, negli anni Quaranta, George de Mestral, ingegnere svizzero appassionato di caccia e amante della montagna, se ne fosse uscito per una passeggiata portando con sé anche il suo cane. Di ritorno a casa, si era accorto che i suoi vestiti e il pelo dell’animale erano pieni degli appiccicosi fiori di cardo alpino, quelle palline che si attaccano ovunque. Più incuriosito che infastidito dal caso, de Mestral cercò di carpire i segreti di quei fiori. Fu così che si armò di un microscopio e cominciò a osservare il modo con cui si attaccavano alle superfici.
E quello che vide era un sistema tanto semplice quanto efficace sviluppato dal cardo per diffondere i propri semi (e far innervosire gli appassionati di montagna). La loro superficie infatti era ricoperta di una sorta di aghi le cui estremità terminavano con degli uncini, i quali a loro volta si arpionavano ai cappi naturali presenti sul pelo degli animali o sui tessuti. Così a de Mestral venne l’ idea. Avrebbe sfruttato lo stesso meccanismo per realizzare un sistema di chiusura analogo a quello delle zip, a incastro: uncini da un lato, cappi dall’altro.
Dopo essersi fatto aiutare da un tessitore, l’ingegnere nel 1955 brevettava il suo Velcro, ma non ancora con i connotati in cui sarebbe diventato famoso. Inizialmente era infatti costituito di due strisce di cotone, e solo successivamente sarebbe diventato di nylon, un materiale che meglio si prestava allo scopo, che poteva essere cucito ovunque. Per il nome, invece, la scelta fu facile: bastava pensare alle sue origini e alla sua funzione: ne venne fuori Velcro, l’insieme delle parole francesi velour (velluto) e crochet (gancio, uncino).
Fu un successo spaziale. I primi a beneficiarne furono infatti gli astronauti, dove l’attacca e strappa serviva loro a fissare gli oggetti che non dovevano mettersi a svolazzare nella cabina, e a staccarli all’occorrenza strappando le chiusure. Ma il resto della popolazione non riuscì a cogliere subito le potenzialità dell’invenzione.
Col passare del tempo il velcro si è diffuso a macchia d’olio nel mondo, a grandi linee, possiamo dire che il velcro oggi viene fabbricato tessendo il nylon in modo tale da produrre un tessuto ricco di piccoli anelli, si procede poi alla “rasatura” degli anelli di nylon fino a ottenere tanti minuscoli gancetti che vengono poi riscaldati e fissati affinché mantengano la loro forma.
Oltre a essere un materiale con un’altissima durata, il velcro grazie alla sua conformazione, può essere fissato e staccato a mano senza particolare fatica, mentre la sua resistenza si nota sulle sue parti laterali. Mediante una stima infatti sappiamo che un quadrato da 12 cm di lato può resistere a un peso di circa una tonnellata. Questa proprietà ha reso utilizzabile il velcro in diversi settori: non solo nel campo dell’abbigliamento, ma anche nell’industria spaziale, anche dall’azienda Argotec, e in campo medico.
Oggi l’azienda Velcro ha la sua sede nel Regno Unito e conta circa 2500 dipendenti, i principali prodotti commercializzati sono:
Sistemi generici di chiusura a strappo
Chiusure ultraresistenti
Nastri e chiusure per prodotti tessili
Chiusure a uncino tradizionali
Blocchi di costruzioni per bambini
Adesivi utili al giardinaggio
Piccola curiosità: nel 2016 la Lexus mette in atto un pasce d’aprile presentando i sedili “Variable Load Coupling Rear Orientation (V-LCRO)”, ovvero ricoperti di velcro per garantire aderenza al sedile durante la guida.
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