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lunedì 23 ottobre 2023

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi


Buongiorno, oggi è il 23 ottobre.
Il 23 ottobre 1942 ha inizio la battaglia di El Alamein.
La battaglia di El Alamein è probabilmente la più famosa e conosciuta alla quale ha partecipato l’esercito italiano, rimasta nella memoria di molte generazioni per i racconti dei genitori o nonni che vi hanno partecipato.
L’Asse (Germania, Italia, Giappone) è al massimo dell’espansione territoriale. In Europa resiste solo la Gran Bretagna, l’Unione Sovietica indietreggia fino a Stalingrado, sul Volga e in Africa le truppe italo-tedesche arrivano in pieno Egitto travolgendo le armate inglesi. L’obiettivo dell’Asse è raggiungere il canale di Suez (bloccando una via fondamentale di rifornimento dall’India per i britannici), raggiungere i pozzi petroliferi del Medio Oriente e congiungersi con le armate tedesche che stanno per raggiungere le montagne del Caucaso in Russia. Se così fosse, la guerra sarebbe praticamente vinta.
Tuttavia l’avanzata in Africa subisce un arresto nei pressi di una piccola stazione ferroviaria, a El Alamein. Le armate italo-tedesche guidate dal feldmresciallo Erwin Rommel hanno scarsità di uomini (80.000 contro 230.000), mezzi (rapporto di aerei, cannoni e carri armati è di 1:3 per gli inglesi), gli Alleati possono disporre di quantità pressoché illimitate di carburante e rinforzi grazie all’afflusso di soldati coloniali (sudafricani, indiani, neozelandesi e australiani), greci e francesi.
Trincerati nel deserto, i soldati attendono l’assalto decisivo. Il 23 ottobre 1942 i mille cannoni inglesi contemporaneamente iniziano a fare fuoco sulle linee italiane, considerate l’anello debole. La battaglia è più dura del previsto, ma il 3 novembre il comandante tedesco Erwin Rommel ordina la ritirata. Ritirata che si concluderà sette mesi dopo, nel maggio nel 1943 in Tunisia: l’Africa a quel punto sarebbe stata tutta in mano inglese.
Tenendo conto della schiacciante inferiorità numerica e dell’irrisoria potenza dei carri armati italiani M13/40 contro i carri inglesi, degno di memoria è l’eroismo della divisione corazzata italiana Ariete, interamente distrutta e i cui uomini rifiutarono di arrendersi; e memorabile anche lo sforzo dei paracadutisti della Folgore, il fiore all’occhiello del Regio Esercito. Posizionata nella zona più interna del deserto, la Folgore resistette senza mai indietreggiare, salvo poi arrendersi dopo aver finito le munizioni: di 5.000 uomini ne restavano 304.  In totale l’Asse ebbe 10.000 morti e 34.000 prigionieri, gli Alleati 13.500 tra morti, feriti e prigionieri.
Attualmente, nei pressi dei luoghi della battaglia, si trova il sacrario militare italiano di El Alamein, con i resti di circa 5.200 soldati italiani caduti in Egitto.

1 commento:

  1. ho conosciuto un reduce Ivo di 96 anni. E' stato per me (per il tempo che abbiamo avuto) un libro..

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