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sabato 14 ottobre 2023

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 14 ottobre.
Il 14 ottobre 1806 Napoleone a Jena sbaragliò l'esercito prussiano.
Nel 1806 l'esercito francese di stanza in Germania, dal Reno al Danubio, poteva contare su centosessantamila uomini, con il quartier generale situato a Monaco. Essi formavano sei corpi d'armata ed erano comandati, finché non fosse tornato Napoleone, dal generale Louis-Alexandre Berthier, uno dei migliori ufficiali dell'esercito francese.
Il 9 ottobre 1806 la Prussia, inconsapevole dell'arretratezza del suo esercito, dichiarava guerra alla Francia, potente e vittoriosa. Alla Prussia si affiancavano, come alleati, la Russia e l'Inghilterra: nasceva la Quarta Coalizione.
A questo punto la Grande Armèe francese è già sul piede di guerra, e il concentramento è fissato a Magonza. Napoleone parte, alla volta di quella città, il 24 settembre, accompagnato dall'imperatrice Giuseppina e dal principe Talleyrand. Va a prendere il comando dell'esercito.
I suoi primi ordini sono i seguenti: il corpo d'armata di Augerau raggiungerà Francoforte il 2 ottobre; quello di Bernadotte muoverà su Norimberga; quello di Ney si radunerà ad Ansbach; quello di Davout sarà a Bamberga il 3 ottobre; quello di Lefebvre a Kjonigshofen, l'artiglieria e i rifornimenti a Wurzburg. Il maresciallo Soult si troverà ad Amberg il 4 ottobre.
Inizia così la campagna napoleonica in terra di Germania. La battaglia che tolse di scena la Prussia si combatté il 14 ottobre 1806, a Jena e ad Auerstadt contemporaneamente .
Jena era una bella città della Turingia orientale, e a venti chilometri di distanza si trovava il villaggio di Auerstadt.
La battaglia di Jena inizia alle 7 del mattino, quando i prussiani del generale Hohenlohe muovono dalla città verso Weimar, temendo un accerchiamento. Verso le nove, quando finalmente la fitta nebbia comincia a levarsi, Hohenlohe si accorge di essere attaccato non soltanto da Soult alla sua sinistra, ma anche da Ney e da Lannes al centro, e da Augerau sulla destra.
Il comandante prussiano, vistosi in trappola, comincia a mandare messaggeri al generale Ruchel, invitandolo ad affrettarsi con le forze di riserva e a raggiungerlo sul campo di battaglia.
Purtroppo Ruchel tardò e quando le sue avanguardie comparvero al limite della pianura, poco dopo l'una, Hohenlohe aveva già impartito l'ordine di ritirata e le sue truppe ripiegavano in disordine. E qui avvenne il peggio. Gli uomini di Ruchel, destinati a portare aiuto ai colleghi in combattimento, vennero coinvolti nella loro fuga. Una catastrofe.
Le sorti della battaglia furono decise dall'intelligente impiego della cavalleria di Murat e dalla Guardia quando, nel primo pomeriggio, vennero lanciate a dare l'ultimo colpo al nemico.
I prussiani lasciarono sul campo quindicimila tra morti e feriti, e altrettanti furono i prigionieri. Gli ufficiali e i soldati prussiani superstiti si diedero alla fuga in direzione di Weimar inseguiti dalla cavalleria francese che ne fece una strage.
Alle 3 del pomeriggio a Jena si era già finito di combattere e l'armata di Hohenlohe, oltre a quella di Ruchel, caduto in battaglia, non esisteva più. I francesi avevano perduto solamente, tra morti e feriti, cinquemila uomini.
Napoleone verso sera tornò nel suo accampamento e solo là seppe che cosa era accaduto ad Auerstadt, e si rese conto di non aver sconfitto il grosso dell'esercito nemico, ma solo il fianco delle forze prussiane, mentre era toccato al maresciallo Davout, al comando soltanto di ventiseimila soldati, sconfiggere il grosso dell'esercito prussiano di re Federico Guglielmo III ad Auerstadt.
Davout, nonostante l'inferiorità numerica, attaccò per primo e subito, sotto i colpi dei francesi, cadde il comandante in capo prussiano Brunswick. Guglielmo avrebbe potuto prendere in mano il comando dell'esercito o sostituire il generale defunto, ma, titubante com'era, non fece né l'una né l'altra delle due cose, rendendo così esitante la manovra del suo esercito.
Alle 10 del mattino, sempre del 14 ottobre 1806, i generali prussiani Schmettau e Wartensleben contrattaccano. Il primo viene subito travolto dal fuoco francese, rimanendo morto sul terreno, mentre Wartensleben, dopo un successo iniziale, viene affrontato personalmente da Davout e costretto a ritirarsi.
Quando queste due divisioni furono sopraffatte e la destra prussiana completamente distrutta, Davout poteva considerare vinta la battaglia di Auerstadt, lo stesso giorno della vittoria di Napoleone a Jena.
Il re prussiano Federico Guglielmo, ancora convinto di trovarsi di fronte Napoleone, ordina la ritirata. Le tre divisioni del maresciallo francese intrappolarono quanto restava dell'esercito prussiano e lo eliminarono.
Alle 12 e 30, dell'armata reale prussiana non c'era più che un gruppo di fuggiaschi.
Ecco come Francois-Renè de Chateaubriand ricostruisce l'inizio della campagna napoleonica del 1806 nel libro "Napoleone".
Nel corso dell'anno 1806, scoppia la Quarta Coalizione. Napoleone parte da Saint-Cloud, arriva a Magonza, a Salisburgo si impadronisce dei magazzini del nemico. A Saalfeld è ucciso il principe Ferdinando di Prussia. Il 14 ottobre, sulla duplice battaglia di Auerstadt e di Jena, la Prussia scompare...Il bollettino prussiano dice tutto in una sola riga: "L'esercito del re è stato sconfitto. Il re e i suoi fratelli sono vivi".
Il duca di Brunswick sopravvisse di poco alle sue ferite; nel 1792, il suo proclama aveva fatto sollevare la Francia; egli mi aveva salutato lungo la strada quando, povero soldato, andavo a raggiungere i fratelli di Luigi XVI...Erfurt capitola, Lipsia è conquistata da Davout; sono forzati i passaggi dell'Elba; Spandau cede; a Potsdam, Bonaparte fa prigioniera la spada di Federico. Il 27 ottobre 1806, il grande re di Prussia, ode, nella polvere intorno ai suoi palazzi vuoti, risuonare le armi in un modo che gli rivela la presenza di granatieri stranieri: Napoleone è arrivato"

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