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sabato 1 ottobre 2022

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il primo ottobre.
Il primo ottobre 1982 Helmut Kohl subentra a Helmut Schmidt nel cancellierato tedesco, attraverso un voto di "sfiducia costruttiva".
In Italia, nel dibattito sulle riforme istituzionali, si fa spesso cenno al cosiddetto "modello tedesco" di "cancellierato", e all'istituto della "sfiducia costruttiva" (presente, peraltro, anche nella più giovane democrazia spagnola).
In Germania, il Governo federale è composto dal Cancelliere e dai ministri. Il primo riceve - a differenza del presidente del Consiglio italiano - una fiducia "ad personam". Infatti, "il Cancelliere viene eletto senza dibattito dal Bundestag (l'equivalente della nostra Camera dei deputati), su proposta del Presidente federale". Il Capo dello Stato, infatti, "propone" che sia eletto Cancelliere il leader che riesce ad aggregare una coalizione possibilmente maggioritaria al Bundestag (l'altro ramo del Parlamento, il Bundesrat, è una sorta di "Camera delle regioni" e non può "investire" o "licenziare" il Cancelliere e il Governo federale). Il Bundestag, quindi, vota sul nome del Cancelliere proposto dal Capo dello Stato. Se il designato ha i voti della maggioranza dei membri del Bundestag è eletto. Diversamente, se l'elezione non va a buon fine, entro quattordici giorni il Bundestag nomina il Cancelliere, sempre col voto favorevole della maggioranza dei deputati. Infine, se entro il termine previsto non è avvenuta l'elezione, il Bundestag si riunisce per votare ancora: stavolta, è eletto chi ha il maggior numero di voti. Se l'eletto "riunisce su di sé i voti della maggioranza" dei deputati, il Capo dello Stato lo nomina Cancelliere entro una settimana, altrimenti il Presidente federale può procedere alla nomina, oppure sciogliere il Bundestag.
Il Cancelliere tedesco ha più poteri del presidente del Consiglio italiano, in particolare riguardo alla nomina dei ministri. Mentre nel nostro paese il presidente del Consiglio non può revocare i ministri - i casi più eclatanti si ebbero durante il secondo governo Spadolini (1982) e durante il governo Dini (1995) - in Germania "i ministri federali vengono nominati e revocati dal Presidente federale su proposta del Cancelliere". Spetta al Cancelliere determinare "le direttive politiche" dell'Esecutivo. Cancelliere e ministri non possono "esercitare nessun altro ufficio remunerativo, nessun mestiere o professione, così come non possono appartenere alla direzione, né - senza l'approvazione del Bundestag - al consiglio d'amministrazione di una impresa istituita a scopo di guadagno" (art. 66).
Una volta delineato il meccanismo di scelta e d'elezione del Cancelliere, passiamo ad esaminare il processo che conduce alla mozione di "sfiducia costruttiva". Si è detto, innanzi tutto, che il Cancelliere riceve un voto di fiducia personale. Così, quando il rapporto fiduciario col Bundestag viene meno, la "revoca" colpisce il Cancelliere (e, ovviamente, di conseguenza, i suoi ministri). Tuttavia, il "licenziamento" non è semplice. Infatti, "il Bundestag può esprimere la sfiducia al Cancelliere federale soltanto quando elegge a maggioranza dei suoi membri un successore e chiede al Presidente federale di revocare il Cancelliere federale". Fatto ciò, il Capo dello Stato deve aderire alla richiesta e nominare il nuovo eletto. Nella storia della Germania del secondo dopoguerra, un vero cambio di maggioranza determinato da un nuovo assetto di coalizione si è avuto soltanto con la fine dell'alleanza Spd-Liberali che condusse alla revoca di Helmut Schmidt e alla nomina di Helmut Kohl (alla guida di una coalizione formata da democristiani e liberali).
La "sfiducia costruttiva", in sintesi, richiede:
a.     il consenso della maggioranza dei deputati;
b.     l'indicazione del nuovo Cancelliere.
Anche il Cancelliere può, come il presidente del Consiglio italiano, chiedere ai deputati di esprimergli un voto di fiducia. Se la richiesta del Cancelliere riceve un numero di consensi minore rispetto alla metà più uno dei componenti del Bundestag, il Capo dello Stato (Presidente federale) può, su proposta dello stesso Cancelliere, sciogliere le Camere entro 21 giorni. Se però il Bundestag elegge - a maggioranza assoluta - un nuovo Cancelliere, lo scioglimento è revocato.
La carica di Cancelliere dura, di norma, per l'intera legislatura, e termina "in ogni caso" alla prima riunione del nuovo Bundestag. Tuttavia, "su richiesta del Presidente federale, il Cancelliere federale è obbligato a continuare a svolgere le sue funzioni fino alla nomina del suo successore".

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