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mercoledì 20 gennaio 2021

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 20 gennaio.
Il 20 gennaio 1752 ha luogo la cerimonia della posa della prima pietra della reggia di Caserta.
 Nel 1750 Carlo di Borbone (1716-1788) decise di erigere la reggia quale centro ideale del nuovo regno di Napoli, ormai autonomo e svincolato dall’egida spagnola. La scelta del luogo dove sarebbe sorta la nuova capitale amministrativa del Regno cadde sulla pianura di Terra di Lavoro, nel sito dominato dal cinquecentesco palazzo degli Acquaviva. Il progetto per l’imponente costruzione, destinata a rivaleggiare con le altre residenze reali europee, fu affidato, dopo alterne vicende, all’architetto Luigi Vanvitelli (1700-1773), figlio del più importante pittore di vedute, Gaspar Van Wittel, già attivo a Roma sotto Benedetto XIV nel restauro della cupola di S.Pietro.
La costruzione della Reggia ebbe inizio con la posa della prima pietra il 20 gennaio del 1752 e procedette alacremente sino al 1759, anno in cui Carlo di Borbone, morto il Re di Spagna, lasciò il regno di Napoli per raggiungere Madrid. Dopo la partenza di Carlo i lavori di costruzione del Palazzo nuovo, come veniva denominata all'epoca la Reggia, subirono un notevole rallentamento, cosicchè alla morte di Luigi Vanvitelli, nel 1773, essi erano ancora lungi dall'essere completati. Carlo Vanvitelli, figlio di Luigi e successivamente altri architetti, che si erano formati alla scuola del Vanvitelli, portarono a compimento nel secolo successivo questa grandiosa residenza reale.
La Reggia di Caserta ha una pianta rettangolare articolata su corpi di fabbrica affacciati su quattro grandi cortili interni e si estende su una superficie di circa 47.000 metri quadrati per un’altezza di 5 piani pari a 36 metri lineari. Un imponente portico (cannocchiale ottico”) costituisce l'ideale collegamento con il parco e la cascata, posta scenograficamente al culmine della fuga prospettica così creata.
Lo scalone d’onore, invenzione dell’arte scenografica settecentesca, collega il vestibolo inferiore e quello superiore, dal quale si accede agli appartamenti reali. Le sale destinate alla famiglia reale vennero realizzate in più riprese e durante un intero secolo, secondo uno stile che rispecchia la cosiddetta “unità d’interni” caratteristica della concezione architettonica e decorativa settecentesca ed in parte secondo il gusto ottocentesco per l’arredo composito e l’oggettistica minuta.
Sul vestibolo superiore, di fronte al vano dello scalone d'onore, si apre la Cappella Palatina. Progettata dal Vanvitelli fin nelle decorazioni, è di certo l'ambiente che più di ogni altro mostra una chiara analogia con il modello di Versailles. Il teatro di Corte, ubicato nel lato occidentale della Reggia, è un mirabile esempio di architettura teatrale settecentesca.
Il teatro di corte, splendido esempio di architettura teatrale settecentesca, è ubicato nel lato occidentale della Reggia. La sua ideazione risale ad una fase successiva a quella della progettazione del Palazzo; il piccolo teatro venne infatti progettato dal Vanvitelli solo dopo il 1756, alcuni anni dopo l'inizio dei lavori della Reggia. Diversamente da quanto ideato inizialmente dal Vanvitelli, il teatro fu collocato all'interno del Palazzo ad uso esclusivo della corte e dotato di un ingresso riservato che consentiva al re di accedere direttamente al palco reale. Conclusi i lavori nel 1768, il Teatro di Corte fu inaugurato nel gennaio del 1769 dalla giovane coppia reale, Ferdinando e Maria Carolina, alla presenza di tutta l'aristocrazia napoletana.
Sul vestibolo superiore, di fronte al vano dello Scalone d’onore si apre la Cappella Palatina, inaugurata alla presenza di Ferdinando IV nel Natale del 1784. Essa è simile planimetricamente alla Cappella della Reggia di Versailles, ma collocata, diversamente da quest’ultima, al piano nobile. Consta di una grande sala a galleria fiancheggiata da due file di colonne che si elevano su un alto basamento sostenuto da pilastri, disegnando due passaggi laterali, attraverso i quali si accede alla Sagrestia della Cappella. La volta a botte è impreziosita da un cassettonato ligneo, mentre il pavimento è realizzato in pregiati marmi policromi. Sopra l'ingresso, di fronte all'abside è la Tribuna reale con semicolonne in marmo giallo di Castronuovo e specchiature in marmo di Mondragone, ad essa si accede mediante una scala circolare posta subito dopo l’entrata sulla destra. La Cappella  ha subito gravi danni a seguito dei bombardamenti del novembre 1943; sono andate  irrimediabilmente perdute opere di inestimabile valore, arredi sacri e dipinti come La Nascita della Vergine di S. Conca o la Presentazione della Vergine al Tempio di R. Mengs. L’unica tela superstite, fra quelle commissionate per la Cappella, è quella dell’altare maggiore, “l’Immacolata Concezione“ di G.Bonito. Nella zona absidale l’altare in stucco è il modello di quello originario, mai portato a termine, in marmi pregiati. Analogamente non fu completato il tabernacolo previsto in pregiate pietre dure (ametiste, lapislazzuli, corniole, agate e diaspri), al cui posto ve ne è uno in legno policromo.
Il Parco Reale, parte integrante del progetto presentato dall’architetto Luigi Vanvitelli ai sovrani, si ispira ai giardini delle grandi residenze europee del tempo, fondendo la tradizione italiana del giardino rinascimentale con le soluzioni introdotte da André Le Nôtre a Versailles. I lavori, con la delimitazione dell'area e la messa a dimora delle prime piante, iniziarono nel 1753, contemporaneamente a quelli per la costruzione dell'Acquedotto Carolino, le cui acque, dalle falde del Monte Taburno avrebbero alimentato le fontane dei giardini reali.
Il giardino formale, così come oggi si vede, è solo in parte la realizzazione di quello che Luigi Vanvitelli aveva ideato: alla sua morte, infatti, nel 1773, l'acquedotto era stato terminato ma nessuna fontana era stata ancora realizzata. I lavori furono completati dal figlio Carlo (1740-1821), il quale, pur semplificando il progetto paterno, ne fu fedele realizzatore, conservando il ritmo compositivo dell'alternarsi di fontane, bacini d'acqua, prati e cascatelle.
Per chi esce dal palazzo i giardini si presentano divisi in due parti : la prima è costituita da vasti parterre, separati da un viale centrale che conduce fino alla fontana Margherita , fiancheggiata da boschetti di lecci e carpini, disposti simmetricamente a formare una scena “ teatrale” verde semicircolare.
A sinistra del palazzo, nel cosiddetto "Bosco vecchio", il cui nome ricorda l’esistenza di un precedente giardino rinascimentale, sorge la Castelluccia, una costruzione che simula un castello in miniatura, presso il quale il giovane Ferdinando IV si esercitava in finte battaglie terrestri. Nella Peschiera grande, un lago artificiale di forma ellittica con un isolotto al centro, venivano, invece, combattute le battaglie navali con una flottiglia costruita proprio per questo scopo.
La seconda parte del parco, realizzata interamente da Carlo Vanvitelli, inizia dalla fontana Margherita, dalla quale si dispiega la celebre via d'acqua, sulla quale da sud verso nord si incontrano la fontana dei "Delfini", così chiamata perché l'acqua fuoriesce dalle bocche di tre grossi mostri marini scolpiti in pietra e la fontana di "Eolo", costituita da un'ampia esedra nella quale si aprono numerose caverne che simulano la dimora dei venti, rappresentati da statue di "zefiri". L'asse principale è strutturato su sette vasche digradanti che formano altrettante cascate concluse dalla fontana di Cerere che rappresenta la fecondità della Sicilia, con le statue della dea e i due fiumi dell'isola. L'ultima fontana è quella in cui è rappresentata la vicenda di Venere e Adone.
Infine, nel bacino, denominato Bagno di Diana, sottostante la cascata del monte Briano, due importanti gruppi marmorei raffigurano Atteone nel momento in cui, tramutato in cervo, sta per essere sbranato dai suoi stessi cani, e Diana, attorniata dalle ninfe, mentre esce dall’acqua. Una grotta artificiale, costruita con grossi blocchi di tufo, il cosidetto Torrione, si erge sulla sommità della cascata, da cui si può godere la vista di un paesaggio davvero unico.

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