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lunedì 16 dicembre 2013

Io, tra Madiba e Lawrence d'Arabia

giornalettismo.com
 di Diego Nuzzo

  Era il febbraio del 1990. Ero a Londra da un paio di settimane circa. Una vacanza fuori stagione, alla pari a casa di una coppia mista: lei inglese, lui di colore delle ex colonie. Mi accorsi che qualcosa stava succedendo quando tornando a casa, la sera del giorno 11, trovai i due davanti al televisore euforici. Lui era in lacrime: avevano liberato Nelson Mandela.
 Appena entrai mi abbracciarono: conoscevano le mie idee, il mio percorso politico. E restammo tutta la notte a vedere i notiziari che si susseguivano.
 Il giorno dopo decisi di farmi un regalo. Appena arrivato ero andato alla British Tourist Authority a chiedere se fossero ancora disponibili biglietti per "Jeffrey Bernard is unwell" una piece di Keith Waterhouse con protagonista Peter O'Toole. La signorina alla reception mi sorrise: "ma giovanotto... è NATURALMENTE tutto esaurito. Ci sono solo due posti in ultima fila per l'ultima replica a 75 pound ognuno". 150 sterline per due biglietti era quasi quanto avevo speso per tutto il soggiorno... decisi di desistere nonostante Peter O'Toole fosse da sempre uno dei miei attori preferiti.
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 Ma non facevo che pensarci. Poi, dopo quella sera dell'11 di febbraio, decisi che dovevo fare una follia. Mi misi in fila il giorno dopo sotto una neve incessante fuori al teatro in attesa che qualcuno rinunciasse al suo posto. Due ore di fila. Alle 17.55 il botteghino chiuse. Io ero, a quel punto, il primo della fila. "Non può essere...proprio adesso!!!". Stavo per mettermi a piangere nella neve fresca quando si riaprì lo sportello "Presto, ci sono due biglietti di un abbonato che ha rinunciato! Sono in prima fila...150 pound...".
 Non ci pensai nemmeno un istante. Ci guardammo in faccia io e la persona con cui stavo, mettemmo la cifra allucinante sul bancone e scappammo dentro. Pochi minuti e lui era lì, da solo sul palco, con una sigaretta tra le labbra e un bicchiere di scotch in mano tutto il tempo e la sua voce profonda, cavernosa e allo stesso tempo flautata. Da brivido. Quella sera sembrava che recitasse solo per noi due. Lo sapevo che non lo avrei mai più visto recitare a teatro. Ma non ho mai smesso di sognare di rivederlo come quella sera di febbraio, con la sigaretta tra le labbra e il tumbler pieno di scotch.
 Da stasera so che almeno su questa terra non lo incontrerò più. Addio Peter Seamus O'Toole.

 © 2013 Diego Nuzzo - Licenza CC BY-NC-ND 3.0

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