Buongiorno, oggi è l'8 dicembre.
L'8 dicembre 2018 ebbe luogo la tragedia della discoteca di Corinaldo.
Cinque giovani di età compresa tra i 14 e i 16 anni e una madre che accompagnava la figlia sono morti travolti dalla calca generata dall’allarme per il presunto utilizzo di uno spray al peperoncino in un locale in provincia di Ancona, la discoteca "Lanterna azzurra" di Corinaldo, a margine del concerto del trapper Sfera Ebbasta. Sette persone sono rimaste ferite, ricoverate in codice rosso e messi in coma farmacologico.
Le vittime sono Asia Nasoni, 14enne di Senigallia; Daniele Pongetti, 16enne di Senigallia; Benedetta Vitali, 15enne di Fano; Matttia Orlandi, 15enne di Frontone; Emma Fabini, 14enne di Senigallia; Eleonora Girolimini, 39enne di Senigallia, accompagna uno dei suoi quattro figli, una bimba di 11 anni che si è salvata. I feriti – si parla di una sessantina di persone – sono stati trasportati negli ospedali di Torrette ad Ancona (i più gravi), Senigallia e Jesi. I più gravi furono due ragazze e cinque ragazzi tra i 14 e i 20 anni, tutti ricoverati per trauma cranico o toracico e messi in coma farmacologico. I medici li hanno dichiarati "da considerarsi in pericolo di vita ma in condizioni stabili".
A seguito del fuggi fuggi per l’utilizzo del gas, la calca si sarebbe riversata verso l’uscita. Ma a causa della chiusura di un'uscita di emergenza, è stata usata un'altra uscita di sicurezza, quella che dà su un ponticello che, dopo aver attraversato un piccolo fossato, collega il locale al piazzale del parcheggio. Secondo la ricostruzione degli investigatori, il dramma è avvenuto in quel punto: quando i ragazzi sono usciti di corsa dal locale, decine di loro si sono accalcati per passare sul ponticello fino a quando una balaustra ha ceduto. I primi ragazzi sono così caduti nel fossato, un metro sotto il ponticello, e sono stati schiacciati dal peso di quelli che li seguivano.
Gli inquirenti hanno considerato sin dall'inizio diversi elementi: sia in merito alla dinamica del dramma, che ricorda piuttosto da vicino quella di piazza San Carlo a Torino (anche in quel caso il panico venne scatenato da spray urticante), sia in relazione all'ipotesi che nel locale fossero presenti più persone del consentito. Quasi il triplo. In tal senso, il procuratore capo della Repubblica di Ancona Moncia Garulli, dopo un sopralluogo alla discoteca, aveva detto che "i biglietti venduti sono circa 1.400 a fronte di una capienza di 870 persone". Sono passate al vaglio degli investigatori anche le testimonianze sul mancato funzionamento di un'uscita di emergenza. Sono due i filoni di indagine che si sono sviluppati dopo la strage di Corinaldo.
Il primo riguarda le responsabilità dei proprietari e dei gestori della Lanterna Azzurra, oltre che del sindaco, degli amministratori e dei tecnici che hanno rilasciato il permessi al locale. Al momento, risultano indagate 17 persone. Il secondo filone, invece, riguarda la banda dello spray del modenese accusata di aver diffuso la sostanza urticante all’interno del locale, per il quale ci sono cinque persone indagate. Per due di loro, entrambi minorenni, è stata chiesta l'archiviazione delle accuse perché non farebbero parte della gang ritenuta responsabile della tragedia. Quest'ultima, composta da giovani di età compresa tra i 19 e i 22 anni, aveva messo a segno anche altri colpi del genere, usando sempre lo stesso modus operandi, per altro in località diverse con l'obiettivo di rubare monili e collane.
Il 30 luglio 2020 i sei componenti della cosiddetta "banda dello spray" vengono condannati a pene dai 10 ai 12 anni di reclusione, dopo che sono stati loro riconosciuti tutti i capi di imputazione tranne quello di associazione per delinquere.
Il 13 dicembre 2022, dopo l'appello degli imputati, la Cassazione ha confermato le condanne in via definitiva:
12 anni 6 mesi e 20 giorni per Ugo Di Puorto
12 anni 4 mesi e 20 giorni per Raffaele Mormone
11 anni e 10 mesi per Andrea Cavallari
11 anni e 6 mesi per Moez Akari
11 anni e 3 mesi per Haddada Souhaib
10 anni e 9 mesi per Badr Amouiyah
Un altro presunto componente della banda fu condannato nel maggio 2023, in primo grado, con rito abbreviato, a 10 anni e 5 mesi.
Andrea Cavallari, il 3 luglio 2025, dopo aver ricevuto un permesso di uscita per la sua laurea, senza essere scortato da nessuna guardia, ne ha approfittato per evadere, non facendo più rientro in carcere e rendendosi irreperibile. Andrea Cavallari è stato poi catturato il 17 luglio 2025 a Barcellona.

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