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domenica 6 luglio 2025

#AlmanaccoQuotidiano, a cura di #MarioBattacchi


 Buongiorno, oggi è il 6 luglio.

Il 6 luglio 1785 negli Stati Uniti viene scelto all'unanimità il Dollaro come valuta del Paese. Per la prima volta una nazione adotta un sistema decimale per la sua valuta.

Prima dell'indipendenza delle 13 colonie del Nord America, benché la valuta legale restasse la sterlina inglese, divisa in 20 scellini, a sua volta divisi in 12 pence, il suo valore in America era diverso da Stato a Stato: la moneta più diffusa, il dollaro spagnolo (o pezzo da 8) valeva 5 scellini in Georgia, ma molti di più passato il confine con la South Carolina, e 6 scellini nel New Hampshire, mentre il cambio ufficiale a Londra era di 4 scellini e mezzo. A rendere le cose ancora più complesse c'era il fatto che era diviso in 8 sotto unità in Pennsylvania (gli 8 reales) e in dieci in Virginia. Oltre al dollaro e ai dobloni spagnoli erano in circolazione anche i Luigi d'oro e gli scudi francesi, i moidore, le pistole e gli half-Joe portoghesi (così chiamati perché portavano una immagine di Giovanni V), i fiorini olandesi, i riksdaler svedesi nonché ovviamente le monete britanniche tipo ghinee, scellini e penny.

L'uso quotidiano aveva insegnato alla maggior parte della gente a passare indifferentemente da una valuta all'altra e lo stesso George Washington, da adolescente, riceveva la propria paga in pistole e dobloni. Thomas Jefferson annotava una vendita di terreni registrando il prezzo con la frase "200 sterline di cui 20 half-Joe sono stati pagati" ovvero rispettivamente 950 e 160 dollari.

Quando George Washington rispose al generale Rufus Putnam nell'aprile 1784, la sua lettera illustrava il grande problema valutario che la nuova repubblica si trovava ad affrontare. Sottolineando come il Congresso fosse ancora in situazione di stallo sulla questione fondiaria: proponeva di concedere in affitto i suoi 30mila acri nella valle dell'Ohio agli impazienti veterani del Massachusetts e spiegando che l'affitto sarebbe stato di circa 36 dollari per 100 acri e il costo delle migliorie da lui realizzata ammontava a £ 1568 della Virginia pari a £ 1961/3/3 del Maryland, della Pennsylvania o del Jersey. Se Rufus avesse avuto dubbi su cosa ciò significava nel Massachusetts, Washington aggiunse che "un dollaro spagnolo sarà scambiato con sei scellini". Questo problema era lo stesso che, in quel periodo, assillava ogni transazione commerciale negli Stati Uniti.

Il Congresso riteneva però che fosse necessaria un'unica divisa per contribuire alla coesione della nuova nazione. La prima proposta giunse dal sovraintendente alle Finanze del Congresso, Robert Morris: era basata su una unità tanto piccola da non essere realistica, una frazione di penny e Jefferson rispose in un documento di inizio 1784 in cui consigliava invece l'adozione del dollaro spagnolo come base più comoda per la nuova valuta. Nell'interesse della semplicità suggeriva, anziché dividerlo in 8 sotto unità che fosse frazionato in base al sistema decimale. "Tutti ricordano che quando si studiava l'aritmetica delle valute si trovava scomodo sommare un penny, togliere le dozzine e riportarle e poi sommare gli scellini, togliere le ventine e riportarle. Quando invece si giungeva alle sterline dove c'erano solo decine da riportare il calcolo era veloce ed esente da errori". Il dollaro avrebbe quindi dovuto essere diviso in decimi (disme), centesimi (cent) e millesimi (mill).

Era un'argomentazione che tutti potevano comprendere e meno di diciotto mesi dopo, il 6 luglio 1785, il Congresso decise che "l'unità monetaria degli Stati Uniti d'America è il dollaro e le sotto unità saranno calcolate su base decimale." Per Jefferson non fu solo una vittoria intellettuale ma impedì di fatto a Morris di raggiungere il proprio obiettivo ovvero dirigere la Zecca degli Stati Uniti, una fonte di profitti potenzialmente enormi.

Quale moneta era quel "dollaro" ? Le colonie inglesi del Nord America commerciavano molto col Messico e ricevevano in cambio delle loro merci, molte monete spagnole: esse circolavano più delle monete inglesi e la maggior parte era rappresentata dai pezzi da 8 reales, chiamati anche "dollaro". La parola "daaler" era la deformazione olandese di tallero e fu loro attribuita dagli anglosassoni proprio perché assomigliavano ai talleri per grandezza e peso. Furono ribattezzati dai locali "pillar dollar" (talleri delle colonne). Non è quindi per nulla strano che quando i neonati Stati Uniti dovettero scegliere il nome della loro nuova moneta e non volendo nulla che ricordasse l'Inghilterra, scelsero come nome proprio "dollaro". Era il 1792.

Il simbolo del pezzo da otto nei libri contabili inglesi dell'epoca era la S di Spagna barrata da due righe verticali (due colonne )… ricorda nulla ?

Anche il Tallero di Maria Teresa, una delle prime monete usate negli Stati Uniti ha probabilmente contribuito (accanto all'8 Reales spagnolo) alla scelta degli Stati Uniti di usare il dollaro come unità monetaria. Adeguatamente contromarcata, ha continuato a circolare anche nel secolo successivo.

Il dollaro nacque con una parità metallica fissata in grammi 1,5 d'oro oppure grammi 22,6 d'argento, parità mantenuta praticamente sino alla svalutazione di Roosvelt del 1933/34 e fu coniato praticamente sempre in metallo argenteo.

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