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sabato 31 gennaio 2015

#Art3.0 #Autoritratto di #AntonioPossenti



La visita presso lo studio del Maestro Possenti è sempre un momento di grande gioia. Da fuori suono il campanello sul quale appaiono i nomi di grandi artisti del passato, quasi ad indicare una continuità ma anche un momento ludico verso l’ignaro visitatore; poco sopra, a penna e scritto con grafia piccola piccola, anche il cognome di Possenti.
Si accede da un corridoio quasi scavato nella pietra, stretto e buio, e si attende di vedere il maestro comparire sulla soglia come chi si trovi a consultare un saggio in un viaggio iniziatico. Del luogo in cui lavora − ah come vorrei avere le parole per descriverlo! − forse l’unica cosa che posso dire è che si tratta sicuramente di uno spazio magico. Tra le antiche mura gli occhi non potrebbero mai dirsi soddisfatti di esplorare: ci sarebbe sempre un angolo, un libro o un oggetto che meriterebbe di essere osservato ancora e ancora. Ogni cosa qui sembra godere di completa libertà e autonomia e così è possibile trovare una cravatta su una sedia, senza una gamba, o una pila di libri su oggetti rotondi ad indicare un equilibrio precario, anzi meglio, dinamico. 

 da Il Pickwick



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