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domenica 15 settembre 2013

Le Grandi Avvelenatrici: Cecile Bombeek

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 Suor Godfrida Wetteren (Belgio - 1933), al secolo Cecile Bombeek, bassa tracagnotta dai capelli rossastri, capo infermiera dell'ospizio delle Fiandre, condivide una stanza con la sua inseparabile amica Suor Mathieu, mascolina e piuttosto massiccia.

 Nell'appartamento bibite, liquori di marca e champagne e poi biancheria di seta, profumi e materiale da sexy shop quale vibratori, falli artificiali e altri giochi erotici.
 Tutto questo emerge prepotentemente quando un giovane sanitario dell'ospizio, Jean Paul, nel 1978 rompe il muro dell'omertà e denuncia suor Godfrida (significato del nome: amica di Dio). Davanti al magistrato confesserà inizialmente tre omicidi, raccontando di averlo fatto perché soffrivano troppo, e di aver utilizzato l'insulina perché non soffrissero.
 Il giovane medico racconta che una notte un'infermiera accorse sentendo un gran baccano e vide la suora intenta a far ingerire ad un vecchio impossibilitato a reagire, una grande quantità di acqua, causandone la morte per asfissia. A Suor Godfrida vennero attribuiti almeno 40 omicidi e non per alleviare le sofferenze, ma per intascare i loro beni e tramutarli in droghe e oggetti di piacere.
 Nel 1971 subì un intervento che comportò la sostituzione di parte della calotta cranica con una protesi. Divenne sempre più violenta. Si rilevò nella struttura sanitaria, un'inspiegabile aumento di fornitura d’insulina dell’ospizio. Suor Godfrida chiese le chiavi per l’esclusiva gestione della dispensa dei farmaci. Nel giro di 8 mesi morirono 21 persone nel reparto geriatrico da lei gestito. Tra questi pazienti, alcuni, prima della morte, godevano di buona salute. Fu sospesa del servizio in seguito a minacce a degenti e personale; tuttavia il Ministero la dichiarò idonea e fu reintegrata in servizio. In preda a crisi di nervi distrusse l’infermeria. Ne prese le sue difese monsieur Verschoris, tuttavia un medico ed un infermiere la fecero arrestare comunque.
 Nel 1977, a 44 anni, fu fermata e processata nel 1978. Confessò tre omicidi e giurò di voler scrivere un memoriale dove avrebbe denunciato altri responsabili degli omicidi accaduti nel nosocomio.

Bibliografia
Noa Bonetti: Il veleno è donna, Ed. Iris 4

© 2013 Accademia dei Sensi - Licenza CC BY-NC-ND 3.0

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