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domenica 28 aprile 2024

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 28 aprile.
Il 28 aprile 1794 si ebbe una insurrezione popolare in Sardegna contro il vicere Balbiano, passata alla storia con il nome dei "Vespri sardi".
La rivolta popolare passata alla storia col nome di “Vespri Sardi” costituisce una reminiscenza della Storia affiorata solo negli tempi, dopo decenni di oblio; eppure ne costituisce una delle pagine più affascinanti e singolari, d’un unicità suadente e romantica, come spesso se ne incontrano aggirandosi nel caleidoscopio della Storia locale.
Tutto iniziò nel 1793, quando la popolazione sarda, sottoposta al dominio piemontese, si oppose all’invasione delle forze francesi sbarcate a Carloforte, e riuscì ad arrestarne la pressione in direzione di Cagliari.
Una manifestazione di fedeltà di questo genere avrebbe meritato immediato riconoscimento: almeno, si sosteneva da più parti in Sardegna, la convocazione delle corti generali, la conferma del corpus legislativo, la concessione agli isolani d’una parte degli impieghi civili e militari, oltre ad una maggiore autonomia rispetto alle decisioni della classe dirigente occupante e ad un ministero distinto, a Torino, per gli affari dell’isola.
Invece il governo piemontese la liquidò in fretta, snobbando le aspirazioni dei sardi e porgendogli le briciole: 24 doti da 60 scudi da distribuire tra le zitelle povere, 4 posti gratuiti per il Collegio dei Nobili di Cagliari, 2 posti nel Collegio dei Nobili di Torino, 1000 scudi l’anno per l’Ospedale civile di Cagliari, l’amnistia per tutti i crimini commessi prima della guerra. 
Gli animi, precocemente censurato l’entusiasmo della vittoria, volsero allora le precedenti ebollizioni contro l’ingratitudine dei piemontesi e dei loro soddisfatti compatrioti di stanza in Sardegna, che avevano beneficiato d’ogni sorta di favoritismo. Il rancore popolare si concentrò in particolare intorno alla figura del Viceré Vincenzo Balbiano, reo d’aver consigliato al re Vittorio Amedeo III di rifiutare le richieste dei sardi, oltre ad aver tentato di corrompere i membri della delegazione sarda inviata per presentargliele.
La scintilla scoppiò a Cagliari nella notte tra il 28 ed il 29 aprile, quando un drappello di miliziani piemontesi, giunti a Stempace da Castello, tentò di arrestare l'avvocato Vincenzo Cabras, con l'accusa di sedizione contro lo stato, bloccando anche Bernardo Pintor, scambiato per il fratello Efisio: a loro si era rivolto nei mesi precedenti Girolamo Pitzolo, avvocato e patriota sardo, protagonista della difesa di Cagliari dell’anno precedente e poi membro della sopracitata delegazione a Torino, per incitare una rivolta contro gli occupanti.
Alla notizia del fatto si coagulò d’un colpo una forza popolare consistente, richiamata anche dalle campane che suonavano a distesa, che in breve cominciò a fluire verso Castello e quivi disarmò le guardie poste a difesa della porta di Sant’Agostino; poco dopo, altri rivoltosi assaltarono le porte della Torre dell'Elefante e della Torre del Leone, intenzionati ad arrestare il Viceré. Lo scovarono infine nel palazzo arcivescovile, dove si era rifugiato insieme alle massime autorità piemontesi.
Il 7 maggio, lo stesso Balbiano – insieme a 514 soldati e funzionari piemontesi – furono imbarcati sulle navi, e rispediti in Piemonte; nei giorni seguenti, le città di Alghero e Sassari seguirono l’esempio dell’odierno capoluogo.
Molti anni dopo, Antonio Gramsci avrebbe ancora citato lo slogan “a mare i continentali!”, seppur riferito alle esplosioni congiunturali di furore anti-istituzionale che continuavano a caratterizzare la storia d’un popolo con ambizioni di “Nazione etnica”; in quel confuso 1794, invece, le moderate aspirazioni delle varie componenti della popolazione sarda si ritrovarono per le mani la possibilità d’elaborare la forma istituzionale d’un nuovo stato sardo; e da questo sforzo, cui erano impreparate, quelle stesse aspirazioni risultarono ancora una volta frustrate, acuendo le difficoltà d’una “colonia” indesiderata, merce di scambio tra spagnoli e francesi prima, e “ostaggio” dei Savoia poi.
I nobili, in gran maggioranza, avversarono infatti la struttura repubblicana proposta da Giovanni Maria Angioj, e la stasi che ne conseguì si risolse solo negli anni seguenti: a poco a poco si ricompose quindi la frattura con la corte piemontese.
Presto sarebbe approdato un nuovo Viceré.
Con la legge regionale n. 44 del 14/9/1993, ad ogni modo, il 28 aprile – “Sa Die de sa Sardigna” – è stata dichiarata la giornata del popolo sardo; in occasione della ricorrenza, la Regione Autonoma della Sardegna organizza manifestazioni ed iniziative culturali, ed a tal fine la Giunta regionale approva annualmente, sentita la competente Commissione consiliare, uno specifico programma mirante a sviluppare la conoscenza della storia e dei valori dell'autonomia, in particolare tra le nuove generazioni.

sabato 27 aprile 2024

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 27 aprile.
Il 27 aprile 1667 John Milton vende i diritti del suo "Paradiso perduto" per 10 sterline.
Scrittore e poeta, John Milton nasce a Londra il giorno 9 dicembre dell'anno 1608. Educato e cresciuto in ambienti puritani, colti e umanisti, compie i suoi studi conseguendo la laurea al Christ's College di Cambridge. Il giovane Milton avverte però insoddisfazione verso il clero anglicano; mentre parallelamente il suo interesse per la poesia cresce, rinuncia a prendere gli ordini sacri.
Vive con il padre, notaio e compositore di musica, dal 1632 al 1638 nel Buckinghamshire e, libero da ogni preoccupazione, ha modo di concentrarsi nello studio dei classici oltre che della storia ecclesiastica e politica. Approfondisce in particolar modo i testi di Bembo, Dante, Francesco Petrarca e Torquato Tasso.
Negli anni successivi viaggia molto tra Svizzera, Francia e Italia; John Milton incontra anche Galileo Galilei, ma non riesce ad arrivare in Sicilia e in Grecia, a causa della minaccia della guerra civile che sta per scoppiare in Inghilterra. Torna quindi in patria stabilendosi a Londra; qui si dedica all'insegnamento e alla scrittura di trattati religiosi e politici.
Nel 1642 sposa la diciassettenne Mary Powell, figlia di un monarchico, la quale abbandona Milton dopo un solo mese. Dopo aver scritto e pubblicato un'apologia sul divorzio ("Dottrina e disciplina del divorzio", The Doctrine and Discipline of Divorce, 1643) si riconcilia con la moglie nel 1645.
La morte del padre, avvenuta nel 1646, porta un miglioramento delle sue condizioni finanziarie. Abbandona l'insegnamento ma è solo a partire dal 1658 che si dedicherà in modo completo all'attività di letterato.
La carriera di Milton lo porta a ricoprire anche cariche di Stato: quando l'Inghilterra viene attraversata dalla guerra civile, Milton con i suoi scritti appoggia la causa parlamentare e le posizioni di Cromwell. Grazie alla vittoria di quest'ultimo nella guerra civile, Milton trova successivamente appoggi alle sue convinzioni e alle sue idee. Nel 1649 viene nominato segretario degli Affari esteri. Pochi anni dopo (1652) è vittima di una malattia che lo porta alla cecità: per proseguire la sua attività di scrittore deve ricorrere all'aiuto di un segretario a cui dettare i propri pensieri.
Nel 1652 muore la moglie. Si risposerà altre due volte e dalle varie unioni nasceranno sette figli.
Dopo la restaurazione di Carlo II, Milton viene incarcerato perché simpatizzante di Oliver Cromwell. Con l'influenza dell'amico e studente Andrew Marvell (che successivamente diverrà anch'egli poeta) riesce a ritrovare la libertà.
Il capolavoro letterario di John Milton è il poema epico (un'epopea di impianto omerico) "Paradiso perduto" (Paradise Lost), pubblicato in una prima edizione di 10 volumi nel 1667 quando - ormai cieco e senza soldi - ne vendette i diritti per 10 sterline. La seconda edizione del 1674, conta 12 volumi. Milton aveva iniziato l'opera già negli anni della prima produzione saggistica. Con la sua pubblicazione "Paradise Lost" dà vita a quello che viene considerato un vero e proprio dramma cosmico.
Assieme a quest'opera pubblica anche "Sansone Agonista", una tragedia in cinque atti ispirata alle vicende bibliche di Sansone e Dalila.
Nel 1671 esce il "Paradiso riconquistato".
Non solo per il suo lavoro più noto, bensì per tutta la sua produzione saggistica e letteraria, Milton viene considerato uno dei letterati britannici più importanti, apprezzati ed influenti dell'epoca successiva a quella di Shakespeare.
Tra le altre opere di Milton, nel suo primo periodo letterario ricordiamo il "Lycidas", un'elegia pastorale in 193 versi, scritta nel 1637 in memoria di uno studente di Cambridge, in cui John Milton affronta il tema della morte prematura; vi sono poi "L'allegro" e "Il pensieroso", due poemetti terminati di scrivere nel 1631 ma pubblicati solo una quindicina di anni dopo.
Al secondo periodo letterario - che va dal 1640 al 1660 - risalgono i pamphlet che sin dalla loro prima pubblicazione rendono famoso il suo autore, che attacca l'istituzione episcopale e si pronuncia in maniera favorevole per un ritorno dello spirito della Riforma ("Of Reformation Touching Church Discipline in England", 1641).
"The Reason of Church Government Urged Against Prelaty" è un altro di questi libelli - scritto e pubblicato fra il 1641 ed il 1642 - contiene accenni autobiografici di rilievo storico.
"L'Areopagitica" (1644), è un appello carico di fervore con cui sostiene la libertà di stampa: questa costituisce la sua opera in prosa più conosciuta.
Milton scrive anche ventiquattro sonetti (in parte saranno pubblicati postumi) ed un breve testo didattico dal titolo "Trattato dell'educazione" (Tractate of Education).
In vecchiaia, negli ultimi trattati - prodotti intorno al 1660 - "Difesa del popolo anglicano" (Pro populo anglicano defensio) e "Trattato del potere civile nelle cause ecclesiastiche" (Treatise of Civil Power in Ecclesiastical Causes), Milton affronta temi più strettamente teologici, pronunciandosi a favore di un'interpretazione assolutamente soggettiva delle Sacre Scritture, suggerendo nel contempo una concreta riforma di governo.
Per anni Milton coltiva il desiderio di redigere uno studio completo sulla vita e la dottrina cristiana. Ormai completamente cieco sin dal 1652 si dedica a questo progetto con l'aiuto di diversi segretari, fino al giorno della sua morte, che avviene a Londra il giorno 8 novembre 1674.
Con la sua opera conclusiva, "De doctrina christiana", sostiene che insegnamenti e usanze della Chiesa Cattolica Romana e delle Chiese Protestanti non sono in armonia con le Sacre Scritture. In quest'opera fa riferimento alle Scritture riportando più di novemila citazioni, mantenendo un rispettoso utilizzo del nome di Dio, Geova, ed utilizzandolo liberamente nei suoi scritti.
Basandosi sulla Bibbia, Milton rigetta la dottrina calvinistica della predestinazione in favore del libero arbitrio; usa le Scritture per sostenere che l'anima umana è soggetta alla morte e che non è duplice o scindibile dal corpo, come comunemente si crede; l'unica speranza per i morti è pertanto quella di una futura risurrezione dal sonno della morte. Inoltre dimostra biblicamente che Cristo, figlio di Dio, è subordinato a Dio, Padre. Poiché le sue spiegazioni scritturali sono in completo disaccordo con l'insegnamento ufficiale della Chiesa, il manoscritto rimane sepolto in archivio per 150 anni prima di tornare alla luce. Solo nel 1823 il monarca reggente Giorgio IV ordina che l'opera sia tradotta dal latino e resa pubblica: due anni dopo viene pubblicato in lingua inglese, suscitando subito aspre polemiche negli ambienti teologici e letterari. La traduzione viene tacciata di essere un falso; il traduttore tuttavia, prevedendo queste reazioni, per confermare l'attribuzione della paternità dell'opera a Milton, aveva corredato l'edizione di note in calce che evidenziavano 500 analogie parallele tra il "De doctrina christiana" e il "Paradiso perduto"

venerdì 26 aprile 2024

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 26 aprile.
Il 26 aprile 1933 viene istituita la Gestapo.
Abbreviazione di GEheime STAatsPOlizei, Polizia segreta di Stato istituita il 26 aprile 1933 con un decreto di Göring, allora presidente del Reichstag e ministro degli interni di Prussia. Sorta inizialmente solo nella Prussia, la Gestapo iniziò subito un'epurazione capillare che si estese dall'interno della stessa polizia alla magistratura, agli uffici amministrativi statali sino alle industrie private tra gli impiegati e gli operai.
Oppositori politici ed ebrei, denunciati da quelle delazioni anonime che, incoraggiate dalla Gestapo, divennero un costume di vita, furono posti immediatamente sotto controllo, arrestati e imprigionati nei campi di concentramento.
L'attività della Gestapo fu diretta anche a eliminare la concorrenza delle SA di cui ogni comandante possedeva una prigione personale in cui rinchiudeva i "propri" prigionieri. Per Göring le SA rappresentavano un grande ostacolo al completo controllo della polizia tedesca, e come tali dovevano essere soppresse.
Ma a questo scopo occorreva contrapporre un organismo più efficiente, compito che nel 1934 fu affidato a Himmler, assistito da Heydrich. Quest'ultimo fu in pratica il vero organizzatore di quella macchina perfetta e brutale.
La "purga Röhm" [o "notte dei lunghi coltelli"] del luglio dello stesso anno ne fu un'agghiacciante prova. In quello stesso anno la Gestapo aveva intanto esteso la sua organizzazione su tutta la Germania; la mancanza di una legge che ne regolasse l'attività fece sì che essa operasse sino al 1936 nell'illegalità più assoluta: nessuna autorità prese provvedimenti contro di essa e i tribunali rifiutarono di prendere in considerazione i ricorsi contro i suoi ordini, in quanto nessuna norma li vietava.
Il 10 febbraio 1936 Göring emanò un decreto che permetteva alla Gestapo di esercitare compiti di polizia su tutto il territorio dello Stato e negava ufficialmente la possibilità di ricorrere contro i suoi atti ai tribunali amministrativi. Con successivo decreto del 17 giugno 1936 Himmler veniva nominato capo di tutte le polizie tedesche riunite in una sola organizzazione a sua volta ripartita in due grandi rami: l'ORPO (Ordnungspolizei) polizia d'ordine, e la SIPO (Sicherheitspolizei) polizia di sicurezza.
La prima, in uniforme - comprendente i servizi di polizia cittadina, amministrativa e fluviale, la gendarmeria, la guardia costiera e i pompieri - era diretta dall'ufficiale delle SS, Daluege. La seconda, in borghese, diretta da Heydrich - comprendente la Gestapo e la KRIPO (Kriminalpolizei) polizia criminale - era incaricata di "ricercare ed eliminare tutti i movimenti che, in veste di mandatari dei nemici politici del popolo tedesco, tentano di distruggere l'unità nazionale e di annientare la potenza dello Stato e del partito" e soprattutto doveva agire contro "gli individui che per degenerazione fisica o morale si sono estraniati dalla comunità popolare e che nel loro personale interesse violano le disposizioni vigenti a garanzia dell'interesse generale".
Anche il servizio di sicurezza del corpo delle SS nel Reich (SD, Sicherheitsdienst des Reichsführers SS), che era in sostanza la polizia delle SS, era aggregato alla SIPO e posto alle dipendenze di Heydrich, ma rimaneva indipendente e staccato dagli organi statali. Per svolgere i suoi compiti la Gestapo disponeva di mezzi pressoché illimitati; aveva anche il compito teorico di dirigere i campi di concentramento, che di fatto invece furono sempre diretti dalle SS. La sua sede era nella Prinz-Albrechtstrasse di Berlino, divenuta tristamente celebre; aveva ispettorati regionali e commissariati speciali alle frontiere, particolarmente attivi dal 1936 al 1939, incaricati di svolgere l'attività all'estero. Un ufficio della Gestapo entrò in funzione, già prima della guerra, presso il consolato tedesco di Parigi, dove diresse molti servizi d'informazione e gruppi di sabotaggio mascherati da agenzie turistiche e commerciali. Essendo riuscita a inserirsi in ogni ambiente della classe dirigente del Reich (amministrazione pubblica, forze armate, insegnamento, ecc.), la Gestapo divenne l'arma più terribile dell'oppressione nazista. Dopo l'invasione della Polonia fu creato, il 27 ottobre 1939, il RSHA (Reichssicherheitshauptamt, ufficio centrale per la sicurezza del Reich) nel quale furono riuniti i servizi inquirenti, investigativi e informativi sia politici che criminali, diviso in sette Ämter o reparti di cui il quarto era la Gestapo. Il RSHA dette alle SS la possibilità di controllare tutta la politica del Reich perché esso fu posto alle dipendenze del ministro degli interni e nello stesso tempo fu considerato come uno dei principali servizi SS. A capo del RSHA fu messo Heydrich, che venne anche nominato direttore dello stesso servizio per i territori occupati dove esplicò una feroce attività di repressione di vere e presunte organizzazioni di resistenza. Dopo l'uccisione di Heydrich da parte dei partigiani cèchi (1942) la direzione dello RSHA passò il 30 gennaio 1943 a Kaltenbrunner, capo delle SS in Austria. Egli perfezionò il sistema dei campi di concentramento e di sterminio ed estese su tutta l'Europa occupata il regime poliziesco del III Reich. Dal febbraio dell'anno successivo anche i poteri dell'Abwehr furono trasferiti alla Gestapo che raggiunse così il completo controllo delle forze armate.

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