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sabato 22 novembre 2025

#AlmanaccoQuotidiano, a cura di #MarioBattacchi


 Buongiorno, oggi è il 22 novembre.

Il 22 novembre 1968 per la prima volta va in onda in televisione un bacio interrazziale sulla TV americana, grazie a una puntata del telefilm Star Trek.

In un episodio della serie Star Trek il capitano James T Kirk e l’ufficiale capo dell’Enterprise, Nihota Uhura, si baciano non senza qualche pressione: il telefilm era alla sua terza stagione, gli ascolti stentavano a decollare e la troupe temeva la cancellazione imminente. I dirigenti della rete erano preoccupati che la scena del bacio potesse sconvolgere i telespettatori degli Stati del Sud. Nichelle Nichols – alias Nihota Uhura – racconterà che i produttori inizialmente volevano girare due diverse versioni del famigerato bacio tra lei e William Shatner – il capitano Kirk – di cui una con le labbra serrate per evitare ogni polemica.

Ma alla fine la decisione fu presa e la scena fu girata come previsto, e con un occhio verso gli Emmy la rete annunciò su Hollywood Reporter che il primo bacio interrazziale della TV americana stava per andare in onda.

Nel Vecchio Continente fu la britannica BBC a mandare in onda il primo bacio televisivo interrazziale della storia. A detenere il primato era Emergency Ward 10 che nel 1964 trasmetteva il bacio tra Joan Hooley e John White. Solo recentemente la medical soap è stata spodestata, nel 2015 il British Film Institute ha scoperto negli archivi il film tv You in Your Small Corner, in cui i due protagonisti Elizabeth MacLennan e Lloyd Reckord vivono un amore contrastato lottando contro le contraddizioni razziste della società dell’epoca, e precorrendo i tempi in una scena sfiorano le loro labbra.

Mandato in onda un’unica volta nel giugno del 1962, del film per la Tv se ne erano poi perse completamente le tracce.

Tra curiosità e indignazione sul grande schermo già nel 1896 andava in scena il primo bacio del cinema. Meno di diciotto secondi che avevano fatto gridare allo scandalo, all’epoca le effusioni in pubblico erano perseguibili, ma consegneranno alla storia i due interpreti John C. Rice e May Irwin. Saltando nel tempo a piè pari, nel 2014 i baci fanno ancora notizia, a calamitare l’attenzione del mondo del web è il cortometraggio sperimentale First Kiss, della film maker Tatia Pilieva; per chi non l’ha visto, riprendeva 10 coppie di sconosciuti che si baciavano sotto l’occhio della telecamera per la prima volta, che ha raggiunto in poche ore oltre un milione di visualizzazioni. Scopriamo con una carrellata alcuni tra i baci più famosi della storia.

Ingrid Bergman e Cary Grant nella pellicola Notorious, del 1946, scandalizzeranno Hollywood, complice il leggendario regista Alfred Hitchcock, con il bacio più lungo e intenso del cinema.

Greta Garbo e John Gilbert ne La carne e il diavolo del 1927 inauguravano il primo bacio a bocca aperta della storia del cinema e lo scandalo fu enorme.

Nel 1933, Greta Garbo - ancora lei - interpreta la sovrana di Svezia ne La regina Cristina di Rouben Mamoulian e in una scena schiocca uno dei primi baci lesbo del cinema all'attrice Elizabeth Young.

È entrato nella storia come il V-Day kiss, il bacio appassionato tra un marinaio e una crocerossina alla fine della seconda guerra mondiale a Times Square, a New York, il 4 agosto 1945.

Tra le immagini che hanno scritto la storia, quella del bacio che suggella l’intesa tra Leonid Breznev e Erich Honecker ha poche rivali.

Del 1968 è il primo bacio tra specie diverse. Charlton Heston bacia Kim Hunter ne Il pianeta delle scimmie.

Baci bollenti sul set del film Getaway tra Ali MacGraw e Steve McQueen, che in men che non si dica lasceranno i rispettivi coniugi per vivere uno degli amori più tormentati e turbolenti di Hollywood.

Nella vita reale Carlo e Diana rompono la tradizione in mondovisione scambiandosi, per primi nella storia della monarchia britannica, un bacio sul balcone di Buckingham Palace.

Nel 1996 Roberto Benigni stravolge tutti i presenti baciando sulla bocca Walter Veltroni alla festa dell'Ulivo.

Nell'estate del 1992 Sarah Ferguson viene colta in flagrante intimità con il miliardario texano John Bryan, che tra le molte effusioni la bacia con disinvoltura e a bordo piscina le succhia l’alluce sinistro.

Il bacio tra un prete e una suora è la campagna Benetton firmata da Oliviero Toscani nel 1991. Provocatoria e scandalosa viene subito censurata per le pressioni del Vaticano.

Fernando Aiuti, immunologo alla Sapienza di Roma, nel 1991 per dimostrare che il bacio non trasmette il virus dell'Aids, bacia la giovane donna sieropositiva Rosaria Iardino.

Vent'anni dopo, nel 2003, Maurizio Costanzo ripete il gesto in tv e bacia anche lui Rosaria Iardino.

Nel 2000 ai Golden Globe Awards, Angelina Jolie stampa un bacio sulle labbra al fratello James Haven.

Tre mesi dopo alla cerimonia degli Oscar, Angelina Jolie replica e bacia ancora una volta il fratello James Haven, tutti gridano allo scandalo.

Al festival di San Remo del 2003, suggellano con un appassionato bacio la 53a edizione, Pippo Baudo e Luciana Littizzetto.

Tra i baci indimenticabili un posto d'onore va a quello scoccato da Adrien Brody a Halle Berry dopo aver vinto l'Oscar come miglior attore per il film Il pianista.

Sempre nel 2003, Britney Spears e Madonna sorprendono la platea agli MTV Video Music Awards con un intenso e appassionato bacio.

Barak Obama è il primo presidente americano che non si trattiene dal baciare apertamente la first Lady, Michelle.

Nel 2011, per la prima volta nella storia l'onore del tradizionale bacio dopo una lunga missione di un’unità della marina Usa, va a una coppia omosessuale. E Marissa Gaeta, sottufficiale, sulla banchina bacia la compagna Citlalic Snell, anche lei sottufficiale di marina.

I thailandesi Ekkachai e Laksana con il loro bacio di 58 ore, 35 minuti e 58 secondi detengono il record del Guinness dei primati.

Nel 2002, per la prima volta il bacio tra due uomini, Jason Biggs e Seann William Scott, protagonisti di American Pie 2, è giudicato il migliore dell'anno agli MTV Movie Award.

Ne le Mine vaganti, Riccardo Scamarcio schiocca il suo primo bacio cinematografico a un uomo, Carmine Recano, e commenta: «Non è stato difficile, ho chiuso gli occhi e l'ho fatto: ma non so come la prenderanno i miei genitori pugliesi».

Il bacio tra Alex Thomas con il suo boyfriend Scott Jones nel pieno dei disordini di Vancuver nel 2011, è entrato nella storia.


venerdì 21 novembre 2025

#AlmanaccoQuotidiano, a cura di #MarioBattacchi


 Buongiorno, oggi è il 21 novembre.

Il 21 novembre 1902 termina la Guerra dei mille giorni in Colombia.

La guerra dei mille giorni fu una guerra civile combattuta in Colombia tra gli anni 1899 e 1902. Il motivo di base alle origini del conflitto è furono gli attriti tra liberali e conservatori, dunque fu una guerra ideologica piuttosto che regionale. Raggiunti circa 100.000 caduti, entrambe le fazioni in lotta hanno chiesto un cessate il fuoco.  

Nel 1899, la Colombia aveva già alle spalle una lunga tradizione di conflitto tra liberali e conservatori. Le questioni fondamentali riguardavano per i conservatori un forte governo centrale, il diritto di voto limitato e forti legami tra Stato e Chiesa. I liberali, d’altra parte, chiedevano governi regionali più forti, il diritto di voto universale  e una netta divisione tra Stato e Chiesa. Le due fazioni erano in contrasto dalla dissoluzione della Gran Colombia nel 1831.

Nel 1898, il conservatore Manuel Antonio Sanclemente venne eletto presidente della Colombia. I liberali si indignarono, convinti che alla base del risultato ci fossero stati brogli elettorali. Sanclemente aveva partecipato ad un rovesciamento conservatore del governo nel 1861 ed era estremamente impopolare tra i liberali. Tuttavia la salute del nuovo presidente era molto cagionevole, e ciò portò a una debole conduzione del Paese. I liberali ne approfittarono e nel 1899 scoppiò una ribellione. 

La rivolta liberale ebbe inizio nella provincia di Santander. Il primo scontro avvenne quando le forze liberali cercarono di prendere Bucaramanga nel novembre 1899, ma vennero respinti. Un mese dopo, i liberali misero a segno la loro più grande vittoria nella guerra, quando il Generale Rafael Uribe Uribe sconfisse una grande forza conservatrice nella battaglia di Peralonso. La vittoria di Peralonso diede ai liberali la speranza e la forza di proseguire il conflitto per altri due anni nonostante la inferiorità numerica.

Ma il generale liberale Vargas Santos evitò stupidamente di approfittare del vantaggio ottenuto a Peralonso, e rimase in attesa invece che proseguire la campagna. Ciò consentì alle forze conservatrici di recuperare le perdite ed inviare un nuovo esercito al contrattacco. Il nuovo scontro si ebbe nel maggio 1900 a Palonegro, sempre nel dipartimento di Santander. La battaglia fu brutale e si protrasse per due settimane. Verso la fine del combattimento il caldo opprimente e la mancanza di cure mediche resero il campo di battaglia un inferno, con i morti in decomposizione che nessuno rimuoveva. Alla fine della battaglia, con oltre 4000 morti da ambo i lati, l'esercito liberale si sfaldò. 

Fino a quel momento, il vicino Venezuela aveva sempre aiutato l'esercito liberale, con l'invio di uomini e armi. Ma la sconfitta di Palonegro convinse il presidente venezuelano Cipriano Castro a sospendere gli aiuti. Solo una visita personale del Generale Rafael Uribe Uribe lo convinse a riprendere l'invio di aiuti. 

Dopo la rotta di Palonegro, la sconfitta dei liberali era solo una questione di tempo. I loro eserciti erano a brandelli, e per il resto della guerra poterono operare solo con tattiche di guerriglia. Riuscirono ad ottenere solo alcune vittorie nella odierna Panama, tra cui una battaglia navale di piccole dimensioni che vide la cannoniera Padilla affondare la nave cilena ( “presa in prestito” dai conservatori) Lautaro nel porto di Panama City. Queste piccole vittorie tuttavia, nonostante i rinforzi provenienti dal Venezuela,  non poterono cambiare le sorti della guerra. Dopo le disastrose perdite umane a Peralonso e Palonegro, il popolo della Colombia aveva perso ogni desiderio di continuare il combattimento.

I liberali moderati cercarono a lungo di giungere ad una fine pacifica della guerra. Anche se la loro causa era persa, si rifiutarono di prendere in considerazione una resa incondizionata: volevano una rappresentanza liberale nel governo come un prezzo minimo per la fine delle ostilità. I conservatori sapevano quanto fosse debole la posizione liberale e rimasero fermi nelle loro richieste. Il trattato di Neerlandia, firmato il 24 ottobre 1902, era fondamentalmente un accordo di cessate il fuoco che includeva il disarmo di tutte le forze liberali. La guerra venne formalmente conclusa il 21 novembre 1902, quando un secondo trattato fu firmato sul ponte della nave da guerra degli Stati Uniti Wisconsin.

La guerra dei mille giorni non portò alcuna diminuzione degli attriti di lunga data tra i liberali e i conservatori, che sarebbero di nuovo andati in guerra nel 1940 nel conflitto noto come La Violencia. Anche se nominalmente fu una vittoria conservatrice, non ci furono veri vincitori, ma solo vinti. Gli sconfitti erano i cittadini colombiani: migliaia di vite andarono perdute  e il Paese venne devastato dalla guerra civile. In più, quasi una beffa, il caos provocato dalla guerra permise agli Stati Uniti di realizzare l’indipendenza di Panama, togliendo alla Colombia questo territorio prezioso per sempre.

La guerra dei mille giorni è un evento storico ben noto in Colombia, ma venne portato all’attenzione internazionale grazie ad un romanzo straordinario. Il Premio Nobel Gabriel García Márques nel suo capolavoro del 1967 "Cent’anni di solitudine" copre un secolo nella vita di una famiglia colombiana immaginaria. Uno dei più famosi personaggi di questo romanzo è il colonnello Aureliano Buendía, che lascia la piccola città di Macondo e va a combattere per anni nella guerra dei mille giorni (per la cronaca, ha combattuto per i liberali e si pensa che sia stato liberamente tratto dal personaggio di Rafael Uribe Uribe).

giovedì 20 novembre 2025

#AlmanaccoQuotidiano, a cura di #MarioBattacchi


 Buongiorno, oggi è il 20 novembre.

Il 20 novembre 1959 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite approva la prima stesura della Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo.

La dichiarazione dei diritti del fanciullo, conosciuta anche come dichiarazione Universale dei diritti del fanciullo è un documento ufficiale, la cui ultima revisione risale al 1989 e approvata dalle Nazioni Unite, nel quale si descrive quali sono i diritti che sempre devono essere riconosciuti ai bambini. Questo testo, non ha alcun valore legale per gli stati membri delle nazioni Unite, tuttavia è un impegno morale che ogni Stato ha assunto. La dichiarazione si articola in 10 principi, tanto attuali quanto ancora poco applicati. Purtroppo, nel mondo, ancora oggi a troppi bambini questi diritti sono negati. Il nostro auspicio è che con il tempo ogni Stato, governo e Nazione possa impegnare sempre più risorse affinché possa essere riconosciuto ogni diritto ad ogni singolo bambino.

La dichiarazione afferma quanto segue:

Principio primo: il fanciullo deve godere di tutti i diritti enunciati nella presente Dichiarazione. Questi diritti devono essere riconosciuti a tutti i fanciulli senza alcuna eccezione, senza distinzione e discriminazione fondata sulla razza, il colore, il sesso, la lingua la religione od opinioni politiche o di altro genere, l’origine nazionale o sociale, le condizioni economiche, la nascita, od ogni altra condizione sia che si riferisca al fanciullo stesso o alla sua famiglia.

Principio secondo: il fanciullo deve beneficiare di una speciale protezione e godere di possibilità e facilitazioni, in base alla legge e ad altri provvedimenti, in modo da essere in grado di crescere in modo sano e normale sul piano fisico intellettuale morale spirituale e sociale in condizioni di libertà e di dignità. Nell’adozione delle leggi rivolte a tal fine la considerazione determinante deve essere del fanciullo.

Principio terzo: il fanciullo ha diritto, sin dalla nascita, a un nome e una nazionalità.

Principio quarto: il fanciullo deve beneficiare della sicurezza sociale. Deve poter crescere e svilupparsi in modo sano. A tal fine devono essere assicurate, a lui e alla madre le cure mediche e le protezioni sociali adeguate, specialmente nel periodo precedente e seguente alla nascita. Il fanciullo ha diritto ad una alimentazione, ad un alloggio, a svaghi e a cure mediche adeguate.

Principio quinto: il fanciullo che si trova in una situazione di minoranza fisica, mentale o sociale ha diritto a ricevere il trattamento, l’educazione e le cure speciali di cui esso abbisogna per il suo stato o la sua condizione.

Principio sesto: il fanciullo, per lo sviluppo armonioso della sua personalità ha bisogno di amore e di comprensione. Egli deve, per quanto è possibile, crescere sotto le cure e la responsabilità dei genitori e, in ogni caso, in atmosfera d’affetto e di sicurezza materiale e morale. Salvo circostanze eccezionali, il bambino in tenera età non deve essere separato dalla madre. La società e i poteri pubblici hanno il dovere di aver cura particolare dei fanciulli senza famiglia o di quelli che non hanno sufficienti mezzi di sussistenza. È desiderabile che alle famiglie numerose siano concessi sussidi statali o altre provvidenze per il mantenimento dei figliuoli.

Principio settimo: il fanciullo ha diritto a una educazione, che, almeno a livello elementare deve essere gratuita e obbligatoria. Egli ha diritto a godere di un’educazione che contribuisca alla sua cultura generale e gli consenta, in una situazione di eguaglianza di possibilità, di sviluppare le sue facoltà, il suo giudizio personale e il suo senso di responsabilità morale e sociale, e di divenire un membro utile alla società. Il superiore interesse del fanciullo deve essere la guida di coloro che hanno la responsabilità della sua educazione e del suo orientamento; tale responsabilità incombe in primo luogo sui propri genitori. Ogni fanciullo deve avere tutte le possibilità di dedicarsi a giochi e attività ricreative che devono essere orientate a fini educativi; la società e i poteri pubblici devono fare ogni sforzo per favorire la realizzazione di tale diritto.

Principio ottavo: in tutte le circostanze, il fanciullo deve essere fra i primi a ricevere protezione e soccorso.

Principio nono: il fanciullo deve essere protetto contro ogni forma di negligenza, di crudeltà o di sfruttamento. Egli non deve essere sottoposto a nessuna forma di tratta. Il fanciullo non deve essere inserito nell’attività produttiva prima di aver raggiunto un’età minima adatta. In nessun caso deve essere costretto o autorizzato ad assumere un’occupazione o un impiego che nuocciano alla sua salute o che ostacolino il suo sviluppo fisico, mentale, o morale.

Principio decimo: il fanciullo deve essere protetto contro le pratiche che possono portare alla discriminazione razziale, alla discriminazione religiosa e ad ogni altra forma di discriminazione. Deve essere educato in uno spirito di comprensione, di tolleranza, di amicizia fra i popoli, di pace e di fratellanza universale, e nella consapevolezza che deve consacrare le sue energie e la sua intelligenza al servizio dei propri simili.

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