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mercoledì 9 aprile 2025

#AlmanaccoQuotidiano, a cura di #MarioBattacchi


 Buongiorno, oggi è il 9 aprile.

Il 9 aprile 193 d.C. Settimio Severo viene proclamato imperatore.

Settimio Severo era nato a Leptis Magna, in Tripolitania. Era il primo imperatore di origine africana; anche se i suoi antenati erano cavalieri e senatori romani, quindi probabilmente notabili del posto. Sembra che fin da piccolo giocasse a fare il giudice, cosa che amava molto. Aveva ricoperto varie cariche del cursus honorum ed era governatore della Pannonia Superiore, senza molta esperienza militare, quando fu acclamato imperatore durante l’anno dei cinque imperatori.

Settimio, dipinto dalle fonti come manipolatore, riuscì a far uccidere Didio Giuliano e farsi riconoscere come imperatore dal senato, mentre dava a Clodio Albino, anche lui acclamato imperatore in Britannia, il titolo di Cesare, fingendo che lo avrebbe nominato suo successore. Arrivato a Roma, convocò i pretoriani, e con l’inganno li fece accerchiare e disarmare, mentre i suoi sequestravano le armi rimaste nei Castra Pretoria. Sciolse poi le coorti, per aver venduto il titolo all’asta (ma i 30.000 sesterzi a testa offerti da Didio Giuliano non erano molto lontano dai 20.000 dati da Marco Aurelio e Lucio Vero alla loro elezione), riformandole con soldati pannonici a lui fedeli.

Mentre il nuovo prefetto al pretorio Plauziano teneva la città di Roma, e Clodio Albino credeva nella promessa fatta, Settimio Severo si recava in oriente per affrontare Pescennio Nigro, acclamato in Siria e appoggiato anche dai parti. Sconfitto a Isso, nello stesso luogo dove Alessandro aveva vinto Dario, ritornò in occidente, accusò Clodio Albino di congiurare contro di lui e affrontò anche lui in battaglia. Dopo un durissimo scontro lo vinse a Lugdunum, e inviò la testa ai senatori, molti dei quali rei di averlo appoggiato. Rimasto ormai unico imperatore, decise di attaccare i parti, che avevano appoggiato il suo rivale Pescennio Nigro.

Settimio Severo arruolò poi tre nuove legioni partiche, e la II Parthica venne stanziata nei Castra Albana, vicino Roma; la pressione di truppe fedeli all’imperatore attorno l’Urbe non era mai stata così forte. Le altre due rimasero in oriente, in Osroene e Mesopotamia. Tutte e tre furono affidate a prefetti equestri; ormai il ceto equestre, cui faceva sempre più affidamento l’imperatore romano, stava prendendo sempre più funzioni e mansioni dell’amministrazione e dell’esercito, a discapito del senato.

Inoltre l’imperatore aumentò la paga dell’esercito, mentre la moneta stava cominciando a svalutarsi. Diede anche all’esercito nuovi benefici, come la possibilità di sposarsi, mentre i centurioni primipili ottennero il rango equestre. Dopo essere rientrato a Roma e mandato a morte l’ingombrante Plauziano, Settimio si rivolse anche alla Britannia, dove il vallo di Antonino cadeva a pezzi. Probabilmente nei suoi piani c’era l’annessione di tutta l’isola.

Tuttavia, mentre combatteva a nord, morì a York, il 4 febbraio del 211 d.C. Secondo Cassio Dione in punto di morte avrebbe detto ai figli Caracalla e Geta di non preoccuparsi di nient’altro che arricchire i soldati e andare d’accordo fra di loro.


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