Mi chiamo Eva, che vuol dire vita, secondo un libro che mia madre consultò per scegliermi il nome. Sono
nata nell'ultima stanza di una casa buia e sono cresciuta
fra mobili antichi, libri in latino e mummie, ma questo non mi ha
resa malinconica, perché sono venuta al mondo con un soffio di foresta
nella memoria. Mio padre, un indiano dagli occhi gialli,
veniva dal luogo in cui si uniscono cento fiumi, odorava di bosco e
non guardava mai direttamente il cielo, perché era cresciuto sotto la
cupola degli alberi e la luce gli sembrava
indecorosa.
Consuelo, mia madre, aveva trascorso l'infanzia in una regione
incantata, dove per secoli gli avventurieri hanno cercato la città di
oro puro vista dai conquistatori spagnoli allorché si
affacciarono sugli abissi della loro ambizione. Quel paesaggio aveva
lasciato in lei una traccia che in qualche modo riuscì a trasmettermi.
fonte web: http://www.culturaesvago.com/antologia-di-letteratura/
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