Aiutare gli altri anche quando si ha paura per la propria incolumità.
Avanzare ancora nella prateria sottostante le alture era un
suicidio. La risolutezza che l'aveva sostenuto fin lì si afflosciò e la
paura spezzò la frusta con cui Sean l'aveva tenuta sotto
controllo. Corse indietro alla cieca, gemendo, piegato in avanti, i
gomiti che si muovevano al ritmo dei piedi sospinti dal terrore.
Poi, accanto a lui, Saul fu colpito al capo. L'impatto del
proiettile lo gettò in avanti, mentre il fucile gli schizzava di mano.
Emise un gemito di dolore e di sorpresa, quindi cadde piegandosi
sul ventre. Sean continuò a correre.
"Sean!" La voce di Saul dietro di lui.
"Sean!". Una disperata invocazione di aiuto. Ma Sean chiuse la sua mente a quella e corse verso la sicurezza del fossato.
"Sean. Ti prego!"
Si fermò e rimase incerto, con i Mauser che abbaiavano sulle alture e le pallottole che falciavano l'erba intorno a lui.
"Lascialo", urlava a Sean il suo terrore. "Lascialo. Corri!Corri!"
Saul strisciava verso di lui, con la faccia coperta di sangue e gli occhi fissi sul suo volto. "Sean!"
"Lascialo!Lascialo!
Ma c'era speranza su quel pietoso viso insanguinato, e le dita di
Saul artigliavano l'erba fino alle radici, mentre si trascinava in
avanti.
Era al di là di ogni bragionevolezza. Ma Sean tornò indietro.
Spronato dal terrore, trovò la forza di sollevare Saul e di correre con lui.
Odiandolo come non aveva mai odiato prima, Sean trasportò
barcollando il compagno verso il fosso di drenaggio. La tensione nervosa
rallentava il ritmo del tempo e gli parve di correre per
un'eternità. "Maledetto" disse a Saul, odiandolo...Poi il terrenpo
gli mancò sotto i piedi. Caddero insieme nel fossato...
"Grazie, Sean". Improvvisamente Courteney si accorse che gli occhi
del compagno erano pieni di lacrime e la cosa lo imbarazzò. Distolse lo
sguardo.
"Grazie...per essere tornato a prendermi".
"Dimenticalo".
"Non lo dimenticherò mai. Finché avrò vita".
"Tu avresti fatto lo stesso".
"No, non credo. Non ne sarei stato capace. Ero così spaventato, così
terrorizzato, Sean. Tu non puoi sapere. Tu non saprai mai cosa
significhi avere tanta paura...Ti devo la vita".
"Chiudi il becco, maledizione!"...Sean non riuscì a trattenere la
propria rabbia. "Così, io non saprei cos'è la paura! Ero talmente
terrorizzato là fuori che ... ti odiavo. Mi senti?Ti odiavo".
Poi la sua voce si raddolcì. Doveva spiegarlo a Saul e a se stesso.
Doveva parlarne, giustificarlo e sistemarlo saldamente nell'ordine delle
cose.
A un tratto si sentì molto vecchio e saggio. Teneva nelle sue mani
la chiave del grande mistero della vita. Era tutto così chiaro, per la
prima volta lo capiva e poteva spiegarlo.
WILBUR SMITH - La voce del tuono, Superpocket 2010 su licenza Longanesi, Milano, pp.119-121
fonte web: http://www.culturaesvago.com/antologia-di-letteratura/
immagine: http://www.ebookvanilla.it/la-voce-del-tuono.html
Nessun commento:
Posta un commento