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sabato 2 luglio 2016

Madrid: i cefalofori - terza parte

L'albergo si trova sopra ad un teatro e nell'arco di 400 metri se ne raggiungono altri due. Uscendo per cena sembra di essere al Festival di Salisburgo abiti, gioielli, scarpe alte e donne, tante tante donne. Più di ogni altra città visitata fino ad ora, Madrid mi sembra un grande gineceo. Qui le donne si muovono a squadre e parlano parlano, ridono, muovono veli, diffondono profumi. Sono donne, donne normali. Non sono le donne incontrate in Olanda dove anche in metro trovi bellezze da copertina, sono donne difettose quelle di Madrid, donne che non hanno niente in comune con la barbie, ma che si spogliano senza problemi.  In metro una donna ha un abito di un leggerissimo cotone azzurro a fiori, il seno grande trattenuto a stento nella fascia elastica e poi la gonna fino alle caviglie 
I più gettonati però sono i pantaloncini corti, insomma qui le cosce vanno scoperte giovani, vecchie, magre, grasse, con cellulite o bianchissime. Sì, qui le donne fanno come gli pare e sembrano non seguire una moda, godono del loro corpo e lo mostrano senza inibizioni.  Molte hanno i lineamenti sudamericani tipo peruviane, cilene, magari non sono di lì, ma ricordano quei luoghi. La loro pelle è scura i capelli neri, i fiachi rotondi, lo stomaco prominente i seni grandi e abiti attillatissimi. E poi ci sono le turiste, quelle con le infradito a qualunque ora del giorno, quelle dalla pelle chiara arrossata dal sole che spesso hanno una bottiglia di acqua in mano, sguardi curiosi e capelli lisci e biondi. Sono veramente tante le donne a Madrid e questa sera Piazza di Spagna è piena del loro profumo. 


Gli uomini non sono altrettanto interessanti, o forse non si fanno notare quanto le donne, che hanno quell'aria indipendente che difficilmente si respira in Italia.  



Ma è tempo di cena e ancora non ho parlato dei piatti tipici: la paella, le tortillas, il gazpacho, ci sarebbe un piatto con ceci, verdura e frattaglie:

 il cocido madrileno, ma questo non rientrava nelle mie priorità. La paella la fanno tutti, ma è molto difficile trovarla artigianale, sembrano spesso piatti pronti che vengono solo scaldati all'occorrenza. Le tortillas invece sono molto buone, frittate espresse spesso di patate, ma a volte con prosciutto, peperone rosso o verde, talvolta pomodoro. 

Il Gazpacho era un piatto che non mi attirava, invece devo dire che in estate è gradevolissimo, fresco e nutriente a base di pomodori, cetrioli e peperoni frullati, il tutto servito freddo. Inoltre in molti locali si trovano una sorta di crocchè serviti con una salsa di peperone: le croquettes. Molti sono i piatti a base di ceci, di arrosti e di carne di agnello.



Tra le cose da visitare merita una giornata il Museo Archeologico Nazionale: il prezzo del biglietto è 3 euro. Il Museo dispone di un deposito bagagli anche per i bagagli a mano il che è molto comodo visto che qui vicino c'è la fermata dell'autobus che arriva dall'aeroporto. Tornando al Museo, possiete una delle più belle collezioni viste di vasellame di origine greca. E' un museo molto moderno, ci sono video che raccontano la storia con filmati di massimo 5 minuti ben strutturati con sottotitoli in spagnolo e inglese, alcuni, pochi, anche con audio in inglese. Nei video che non hanno audio si trova l'immagine di un orecchio sbarrato. Subito all'ingresso tre pareti di monitor a preparare il visitatore a ciò che lo attende.
Nel primo un'intera parete di immagini ad indicare le conoscenze dell'uomo nel diverso periodo storico e la cosa sorprendente è la velocità con cui si è evoluta la nostra razza in seguito a determinate scoperte. Poi uno splendido doppio video sulla storia della penisola Iberica nei millenni. Guardare la storia dei luoghi fa capire subito che quando intere popolazioni si spostano, la storia cambia e che certi flussi sono inarrestabili.

Sono tante le parti interessanti, come è iniziata la stratificazioni in classi sociali. Come l'arrivo degli stranieri o il mescolamento con altri popoli abbia determinato un iniziale NOI - VOI e poi all'interno delle stesse comunità un IO-TU o IO-VOI. E da lì, decori, scritte, case diverse e sepolture diverse.  

Forse è banale, ma è stato un elemento su cui mi sono soffermata a lungo. Perchè alcuni si sono estinti? Cosa hanno lasciato ai loro eredi? 

Di sezioni ce ne sono molte e il Museo richiede almeno 4 ore di visita attenta. Al piano superiore scopro che la Germania in tempo di guerra coniava monete di terracotta e le più preziose avevano un bordo di metallo.  E ancora la spada fatta di monete tutte legate una con l'altra. Una spada utilizzata in Cina e senza scopo offensivo a meno che tu non sia uno spirito maligno!
Infine, ma di cose ce ne sarebbero veramente tantissime, il santo cefalorofo, ovvero quel tipo di santo che viaggia con la propria testa in mano dopo la decapitazione e si comporta come se niente fosse. 
Santi che non hanno la testa sulle spalle, come verrebbe facile pensare!

Il viale che riporta al centro è molto grande, ma nonostante questo la maestosità dell'Istituto Cervantes è disarmante. 
Ha delle colonne che sono enormi quanto quelle del tempo di Segesta ma forse di più e sopra altre colonne, che lassù sembrano un balconcino ma in realtà il solo attico sarebbe un palazzone se posto a terra. Insomma, forse è colpa mia, ma davanti a questo edificio sono rimasta attonita. Non mi è piaciuto, ma mi ha turbata.
E ancora cocchi e angeli di vario genere sui tetti, sembrano di moda a Madrid ed è una moda mi piace molto.  
Tutto questo per dire che 
avevo acquistato una spazzola per capelli a Barcellona nel dicembre 2012, ma qualche giorno fa mi si era rotta, quindi ho fatto due biglietti per Madrid




I santi cefalofori


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