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sabato 23 maggio 2015

#ART 3.0: AutoRiTratto di #AndreaMancini - Scritto da #CatiaGiaccherini




Sul suo sito si trova la sezione dedicata ai "Libri come visioni" di cui Elisa Favilli, storica dell'arte, scrive: "Scrigni o tacite sentinelle di un sapere, che da secoli si tramandano nella mimica di mani, nella complicità di lettori che ne indagano le intimità più feconde, i libri restano simboli indiscussi di una memoria che non teme rivali. Bruciati nei roghi dell’ignoranza, negati tra le censure di politiche dittatoriali, essi sopravvivono tra le biblioteche di chi in essi proietta spaccati di un vissuto culturale

da il Pickwick.it

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sabato 16 maggio 2015

#ART 3.0: AutoRiTratto di #GiuseppeFernandoPalagano - Scritto da #CatiaGiaccherini








Sostanzialmente mai (o forse sempre, a livello inconscio). Ho iniziato a disegnare, dipingere e modellare fin da ragazzo; in età giovanile ho continuato a farlo, parallelamente agli studi di storia dell’arte, estetica e linguistica generale, coltivando quello spirito autocritico che mi ha aiutato a cimentarmi in un contesto, sebbene autoreferenziale,  del tutto libero da qualsiasi vincolo, lasciando largo spazio alle componenti ludiche ed edonistiche, in assenza delle quali il mio agire avrebbe subito inaccettabili condizionamenti
da il Pickwick.it

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sabato 9 maggio 2015

#ART 3.0: AutoRiTratto di #MaurizioFulvioTronconi - Scritto da #CatiaGiaccherini




Molto presto, avevo poco più di tredici anni ed avevo ben chiaro, che il mio mondo era quello dell’arte, ne venivo attratto in maniera morbosa, non riuscivo a pensare ad altro, tutto per me si traduceva in colore segno ed immagini: mi sono reso conto che, non si decidere di fare l’artista, ma si nasce artisti.

da il Pickwick

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sabato 2 maggio 2015

#ART 3.0: AutoRiTratto di #MarcoColella - Scritto da #CatiaGiaccherini




“Marco Colella giunge ad una stilizzazione che coniuga la sintesi formale al tripudio del colore stabilendo un’efficace sintonia tra la sua pratica pittorica e quella della grafica del fumetto.
Le sue figurazioni connettono il soggetto allo spazio in una visione caleidoscopica prismatica, sottolineando i contorni, separando geometricamente le zone cromatiche, eppure sortendo l’effetto unificante di un’immagine congrua che non rinuncia ad evocare i volumi nei giochi di luce e d’ombra. I suoi racconti sono frammenti di vita, ritratti di invenzione, madonne oppure briganti, ma nella varietà tematica emerge l’imprinting di un’iconizzazione sua propria, negli occhi grandi e rettangolari come acquari, nelle labbra solide e chiuse, creando un pattern d’espressività che diviene sua sigla” (Roberta Fiorini, Galleria Simultanea Spazi d’Arte, Firenze).
da il Pickwick
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