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domenica 13 maggio 2012

Perché #Panama non può investire su Panama John #Le Carré #Il sarto di Panama #citazione #narcotraffico #riciclaggio

Operazione antidroga a Panama


"Quel Panamà!"
Espressione diffusa in Francia
nei primi anni del secolo.
Descrive un'irrisolvibile confusione.

(Vedere l'ammirevole The Path Between the Seas
di David Mc Cullough)


Era un venerdì pomeriggio perfettamente normale nella Panama dei tropici, fino al momento in cui Andrew Osnard piombò nella sartoria di Harry Pendel chiedendo che gli prendessero le misure per un abito. Prima di questa irruzione, Pendel era una persona. Dopo che Osnard fu uscito, Pendel era un'altra persona. Tempo trascorso: settantasette minuti, secondo la pendola di mogano di Samuel Collier di Eccles, una delle molte attrattive storiche della ditta Pendel & Braithwaite Co., Limitada, Sarti della Casa Reale, un tempo ubicata in Savile Row, a Londra, e attualmente in Vía España, Panama City.
O da quelle parti. Tanto vicina alla España che non c'era nessuna differenza. E per brevità P & B.
* * *

Il giorno era cominciato alle sei in punto, quando Pendel si svegliò di soprassalto al chiasso delle seghe a nastro e del cantiere, del traffico della valle e dell'energica voce maschile della Radio delle Forze Armate. "Io non c'ero, sono stati altri due tizi, mi ha colpito lei per prima e poi era consenziente, Vostro Onore," in lui si fecero strada queste parole, perché provava la sensazione di una punizione incombente, ma senza riuscire a capire da dove potesse giungere. Poi ricordò l'appuntamento delle otto e mezzo con il direttore della banca e balzò giù dal letto nello stesso momento in cui Louisa, sua moglie, urlava "No, no, no" e si tirava le coperte sopra la testa, perché il mattino per lei era il momento peggiore.
"Perché non 'sì, sì, sì', tanto per cambiare?" le chiese guardandola nello specchio mentre aspettava che l'acqua del rubinetto si scaldasse. "Facciamo entrare in casa un po' di ottimismo, eh, Lou?"
Louisa emise un gemito, ma il suo corpo sotto le lenzuola rimase rigido come un cadavere, perciò Pendel si divertì a giocare a botta e risposta con l'annunciatore della radio, per sollevarsi un po' il morale.
"Ieri sera il comandante del Comando meridionale Usa ha affermato di nuovo che il suo paese rispetterà gli obblighi conseguenti al trattato con Panama, sia nello spirito sia nella sostanza," proclamò l'annunciatore con virile maestà.
"È un imbroglio, caro mio," ribatté Pendel mentre si insaponava il viso. "Se non fosse un imbroglio non continueresti a ripeterlo, vero, generale?"
"Il presidente panamense è giunto oggi a Hong Kong per cominciare il suo giro di due settimane nelle capitali del Sud Est asiatico," disse l'annunciatore.
"Eccolo, eccolo lì il tuo capo!" gridò Pendel sollevando una mano insaponata per richiamare l'attenzione della moglie.
"È accompagnato da una squadra di esperti economici e commerciali del paese, tra cui il consigliere per la pianificazione del Canale di Panama, dottor Ernesto Delgado."
"Bravo, Ernie!" esclamò Pendel in tono di approvazione, con un occhio sulla sua consorte supina.
"La missione presidenziale proseguirà lunedì per Tokyo, dove avranno luogo importanti colloqui allo scopo di incrementare gli investimenti giapponesi a Panama," disse l'annunciatore.
"E quelle geishe non si accorgeranno nemmeno da che parte arriva il colpo," osservò Pendel abbassando la voce mentre si radeva la guancia sinistra. "No di certo, con Ernie a caccia di prede."
Louisa si svegliò con un tonfo.
"Harry, non voglio che tu parli di Ernesto in questi termini, neppure per scherzo, per favore."
"Sì, cara. Mi dispiace molto, cara. Non succederà più. Mai più," promise mentre superava i difficili scogli appena sotto le narici.
Ma Louisa non si era calmata.
"Perché Panama non può investire su Panama?" si lamentò, scostando le lenzuola e rizzandosi di colpo a sedere sul letto, nella camicia da notte bianca, di lino, che aveva ereditato dalla madre. "Perché dobbiamo lasciarlo fare agli asiatici? Siamo abbastanza ricchi. Solo in questa città ci sono centosette banche, no? Perché non possiamo impiegare i soldi che ci vengono dalla droga per costruire le nostre fabbriche, le nostre scuole, i nostri ospedali?"
Il "noi" non era da prendersi alla lettera. Luoisa era cresciuta nella Zona del Canale di Panama nei giorni in cui, secondo un trattato che valeva un'estorsione, sarebbe dovuta rimanere per sempre territorio americano, sebbene fosse larga solo sedici chilometri e lunga ottanta e fosse circondata da disprezzati panamensi. Il suo defunto padre era un tecnico dell'esercito che, essendo stato distaccato nel Canale, si era messo in pensione anticipata per diventare dipendente della Società del Canale. La madre, pure scomparsa, era stata una libertaria insegnante di religione in una delle scuole della Zona che applicavano la segregazione razziale.

(John Le Carré, Il sarto di Panama, Milano, Feltrinelli, 1997

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