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martedì 1 maggio 2012

Mostra dell'Artigianato Firenze 2012 - II parte

Rimaniamo colpiti da quanto leggiamo sulla Nazione del 29 aprile 2012 e ci chiediamo se eravamo alla stessa fiera visitata dai giornalisti.

''Quest'anno Botteghe d'Arte ha avuto un successo senza precedenti - spiega Enrica Paoletti, direttrice della Fondazione di Firenze per l'Artigianato Artistico - sia per la location, nel piazzale centrale, piu' visibile e appetibile rispetto alle scorse edizioni, sia per l'interesse suscitato dalle lavorazioni da vivo e dai laboratori didattici, presi d'assalto dai visitatori''. tratto da http://www.lanazione.it/firenze/cronaca/2012/04/29/705004-mostra-artigianato-fortezza-mappa-prezzi-biglietti-padiglioni-parcheggio.shtml

Ebbene a noi son giunte voci, ma forse erano solo voci che gli artigiani fossero stati divisi in base all'appartenenza politica. Alcuni nella polveriera, altri nella struttura all'aperto, dove peraltro dopo le 18.00 morivano dal freddo, altri ancora nel padiglione Cavaniglia che a nostro giudizio era il più bello e curato di tutta la manifestazione. Ma andiamo come sempre con ordine.

Quel tendone a vista era dedicato alla vendita o al laboratorio?
Di gente all'interno ne è passata parecchia, ma attratti dal lavoro dei ragazzi dei laboratori tanto che molti artigiani hanno dovuto ingegnarsi per far capire di avere oggetti in vendita. Il risultato economico  è stato scarso secondo quanto indicato dagli addetti ai lavori, ma, se è vero che le spese saranno coperte da Camera di Commercio e da Fondazione per l'Artigianato per oltre l'80% potrebbe aver portato ad alcuni un po'di visibilità dato che ad oggi il SEM stenta parecchio a decollare.

Sicuramente condividiamo la perplessità di coloro che non hanno capito come mai, con tante strutture in muratura della fortezza e un intero piano chiuso del padiglione Spadolini, si dovessero pagare 50.000 euro per un luogo dove entrava l'acqua con la pioggia.

 

Torniamo all'articolo: "Soddisfazione generale e' stata espressa dagli espositori presenti sia per le vendite e gli affari chiusi che per le numerose trattative avviate durante la manifestazione."

Come sempre qualcuno può darsi che sia stato anche contento, ma di quelli incontrati nel padiglione Spadolini di contenti ce n'erano pochi, come già detto per vari motivi che qui elenchiamo in sintesi:
1. Pessima scelta di mescolare gli alimentari con gli altri manufatti
2. Mancanza di una logistica nella disposizione degli stand
3. Calo vertiginoso degli espositori
4. Calo di utenti/potenziali clienti

Del pecorino sardo che imperversava nelle corsie, del martellante odore di sfogliatella  e della corsa al cappero con conseguente sporco sulla moquette ne abbiamo già parlato quindi passiamo al punto due ovvero la mancanza di capacità organizzativa nella gestione dello spazio.

Questo cartello apparso su una delle pareti a lato del bar del piano terra dimostra quanto gli espositori fossero felici della sistemazione e in effetti c'erano molti venditori di pistacchi di Bronte uno di seguito all'altro nella fila G penalizzando ovviamente chi non si trovava in testa o in coda. 


Interessante notare il senso di smarrimento dei visitatori abituali quando si sono resi conto che sia il padiglione delle Nazioni che l'ultimo piano del padiglione Spadolini erano deserti. Questo ha dato la dimensione della contrazione di questa mostra che festeggiava il sul 76esimo compleanno. 

Ancora leggiamo dall'articolo della nazione: 
''La mostra e' andata oltre le aspettative - ha detto Antonio Brotini, presidente di Firenze Fiera - Un successo che conferma come l'artigianato di qualita' a Firenze riesca a mantenere inalterata la sua forza di attrazione e il suo appeal e la mostra, che quest'anno si e' avvalsa del contributo progettuale ed organizzativo di importanti realta' imprenditorali ed istituzionali, possa concretamente rappresentare un appuntamento annuale importante per il lancio di nuove idee ed opportunita' e per lo sbocco di professioni future''. 

 

Le aspettative dovevano essere pessime dato che gli standisti  hanno lamentato una diminuzione delle vendite dal 30 al 50% rispetto allo scorso anno. Se poi ci soffermiamo sull'artigianato di qualità, molti degli oggetti presenti a noi non sembravano neppure di artigianato



Vogliamo parlare del pubblico? 
Si è visto solo il 25 aprile! 





  Più che il numero però sarebbe interessante conoscere il tipo di pubblico che viene alla mostra dell'artigianato. E' un pubblico che si porta il panino, cammina nel centro delle corsie per passeggiare e guardare distrattamente qualcosa. Questo è il grande pubblico, il pubblico del sabato e della domenica. 

Molto diverso è il pubblico dei giorni lavorativi e in particolare della mattina. Questo è il pubblico della provincia, non sono i fiorentini, sono persone che sicuramente non lavorano e che possono permettersi di venire da Lucca, Pisa, Pistoia a scegliere oggetti interessanti. Quello è il pubblico più interessante per gli espositori.

I fiorentini, spiace dirlo, vengono per la passeggiatina e al limite si gratificano con l'acquisto del ninnolo da 5 euro ma preferiscono di gran lunga qualche prodotto alimentare. 

Qualche malalingua insinua il dubbio che in Confindustria stiano spingendo per cambiare la gestione di FirenzeFiere che con gli stessi stanziamenti che riceve ad esempio la fiera di Rimini, non riesce neppure a fare un decimo dei loro numeri. E non stiamo parlando della Fiera di Milano!!


In compenso al termine della giornata del 25 aprile, la sporcizia era ovunque. 


Nel corridoio dove si trovava la mozzarella di bufala, enormi cumuli di immondizia, bagni impraticabili con file di almeno 10 persone, sporco, cartacce e bottogliette ovunque.
Possibile tutto questo dopo 76 anni di esperienza?


 

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