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giovedì 3 maggio 2012

L’Europa futura non cade dal cielo #Jürgen Habermas # Jacques Derrida # Il 15 febbraio, ovvero: ciò che unisce gli europei #Europa unita #Unione europea #9 maggio #Festa dell’Europa




Soltanto la consapevolezza di un comune destino politico e la convincente prospettiva di un futuro comune possono trattenere le minoranze sconfitte nelle votazioni dall’ostruzionismo contro il volere di una maggioranza. In linea di principio i cittadini di una nazione debbono considerare la cittadina di un’altra nazione come “una di noi”. Questa richiesta ci porta all’interrogativo che fa uscire allo scoperto tanti scettici:esistono esperienze, tradizioni e conquiste che fondano per i cittadini europei la consapevolezza di un destino politico vissuto e progettato in comune? Una “visione” attraente, anzi contagiosa, di un’Europa futura non cade dal cielo. Oggi essa può venir generata soltanto da un inquietante senso di smarrimento. Ma può provenire anche dall’angoscia di una situazione in cui noi Europei veniamo lasciati a noi stessi. E deve articolarsi nell’assordante cacofonia di una opinione pubblica a più voci.


(Jürgen Habermas, Jacques Derrida, Il 15 febbraio, ovvero: ciò che unisce gli europei, in J. Habermas,
L’Occidente diviso, Laterza, Roma-Bari, 2005, p. 23.Testo originale, apparso sulla “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, 31-05-2003.
La traduzione inglese di Max Pensky si può leggere qui:
http://platypus1917.org/wp-content/uploads/archive/rgroups/2006-chicago/habermasderrida_europe.pdf )

[15 febbraio 2003, giornata globale di mobilitazione contro la guerra all’Iraq]



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